Untitled - only fantasy

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Devi accettare ogni punizione come dovuta
Il negozio chiudeva alle cinque e a quell'ora Julia aveva
l'impressione di aver combattuto e perso una guerra mondiale. Ogni
volta che suonava la campanella della porta Tristan si precipitava al
suo fianco con aria minacciosa. Voleva solo proteggerla, sosteneva.
Lei non capiva se si riferiva ai clienti o alla campanella. Quell'uomo
non amava i rumori acuti.
Lo aveva visto due volte accarezzare il coltello e fissare la porta
come se volesse farla a pezzi. Anche se non guardava dalla loro
parte, diversi clienti si erano spaventati ed erano usciti in tutta fretta.
Il ricordo la indusse a massaggiarsi le tempie, nel vano tentativo di
scacciare un mal di testa latente. Era solo sorpresa che non fosse
ancora arrivata la polizia.
Non si sarebbe mai più sottoposta a quella tortura, neppure se
l'economia americana fosse crollata e tenere Tristan in vetrina fosse
stato l'unico modo per mantenere una clientela. Certo, le donne
cinguettavano ammaliate e compravano tutto ciò che lui
raccomandava e quel giorno lei aveva fatto più affari che in due
settimane, ma la cosa non aveva importanza. Quell'uomo era
troppo sensuale e il suo atteggiamento protettivo le aveva procurato
un'overdose di feromoni.
Ora le facevano male i piedi, aveva lo stomaco annodato, il mal di
testa peggiorava e la propria irritazione le ricordava un'acuta
sindrome premestruale. In quel momento desiderava solo prendere
degli antidolorifici, fare un bel bagno caldo e andare a letto.
«Torniamo a casa» disse a Tristan con un sospiro.
«Va bene. Tenere aperto un negozio richiede più energia che fare il
guerriero.»
Julia chiuse tutte le porte e si avviarono verso la macchina.
Tristan sopportò il viaggio molto meglio della mattina, quando la