Untitled - only fantasy

sua pelle era diventata verdastra e imperlata di sudore. Ora teneva
le mani sulle ginocchia, ma il colorito era normale. Per riguardo nei
suoi confronti, lei si mantenne al di sotto del limite di velocità.
«Che tipo di veicoli usate su Imperia?» chiese.
«Io preferivo i cervi e i draghi.»
«Draghi?» Allibita, gli lanciò una rapida occhiata. «Quelli che
sputano fuoco, sono coperti di scaglie e hanno le ali?»
«Esatto.»
«E tu mi paragoni di continuo a loro!» proruppe in tono d'accusa.
«I draghi sono venerati per il coraggio, le capacità difensive e la
tenacia.»
Lei si sciolse quasi sul sedile. Quel paragone ora le pareva dolce e
delizioso. «Sono passati tanti anni, ma tu senti ancora nostalgia di
casa? Ti mancano i draghi e la magia?» chiese incerta.
«Più che mai.»
Mentre le sedeva vicino irradiando una profonda tristezza, con gli
occhi pieni di ricordi, qualcosa dentro di lei si incrinò. Poveretto.
Che cosa aveva perso? Julia non lo sapeva e non osava immaginarlo.
A casa lo coccolò lasciando che si rilassasse mentre gli preparava
dei panini al tacchino. Ne divorò cinque. Fino a quel momento le
era costato più di trecento dollari, oltre alla perdita della sanità
mentale. Era stato un buon affare? Prima avrebbe risposto di no
senza esitare, ma in quel momento... be', la giuria stava ancora
deliberando.
«Sarà meglio andare adesso al centro commerciale» dichiarò Tristan
mettendo il suo piatto nel lavandino. «I vestiti che mi hai portato
non mi piacciono. Con questi ho la sensazione di essere sospeso»
spiegò accennando ai pantaloni della tuta.
L'idea di farsi largo tra la folla mentre lui la proteggeva dai
commessi eliminò ogni traccia di distensione. «Piccolo cambiamento
di programma» gli comunicò, sperando che non protestasse.
«Andremo a... » Si interruppe, registrando solo in quel momento le
sue ultime parole. «Uh, Tristan, ti sei messo la biancheria, vero?»