Untitled - only fantasy

«Mostramelo almeno per un attimo. È tutto quello che ti chiedo. Ti
prego, Romulis. Ti sarò sempre debitrice, non dubitarne.»
Un lampo misterioso gli brillò negli occhi, per sparire subito dopo.
«Va bene. Ti concederò di vederlo per un attimo.»
Sollevò dal pavimento il vaso e lo usò per raccogliere una brace
ancora rosseggiante dal camino. Un filo di fumo si sollevò fino al
soffitto a volta, mentre lui pronunciava un incantesimo e la dolce
essenza della magia si diffondeva tutt'intorno. Mosse le dita della
mano libera tracciando un ampio arco e sopra la nuvola scura e
fumosa l'aria cominciò a vorticare e liquefarsi.
L'immagine di Tristan si materializzò là in mezzo.
Zirra soffocò un gemito avido e si costrinse a restare immobile,
mentre il mortale che sognava da tanto tempo le si parava davanti.
Era seduto su una semplice sedia nera, teneva le braccia dietro la
testa e fissava il soffitto pensieroso, tanto che le rughe sottili intorno
agli occhi erano tese e le labbra contratte. Sentì l'acquolina in bocca
per la voglia di assaporarlo.
Quali pensieri gli colmavano la mente?
Pensava a lei?
Allungò una mano per toccarlo, ma incontrò soltanto l'aria. La
delusione fu così intensa da strapparle un grido stridulo. «Devi
riportarmelo, Romulis. Devi.»
Lui abbassò le mani lungo i fianchi, facendo scomparire l'immagine.
Poi scoppiò in una risata senza allegria. «Sai che non rischierò di
essere punito per te. Nessuno lo farà.»
«Percen è tuo padre. Non ti punirà mai.»
«La risposta è sempre no.»
«Di sicuro puoi fare qualcosa per me» insistette, disperata.
«Posso, ma non voglio» fu la ferma replica. «Tristan ha avuto
molte guan ren dopo di te e non ha bisogno della tua interferenza
nella sua nuova vita. La donna con cui sta adesso potrebbe
liberarlo.»
Zirra si sedette di scatto e lo fissò torva. Tra le loro numerose