Untitled - only fantasy

«È vero, ma ho bisogno d'ispirazione.»
Come poteva negargliela? Julia si avvicinò con un fremito di
anticipazione e Tristan la sollevò ridacchiando e la sistemò sul bordo
del lavandino.
«Oh, così va meglio» sentenziò.
Si tolse la maglietta dalla mano con movimenti lenti e deliberati e
la gettò sul pavimento. Julia gli guardò il palmo: la ferita stava
guarendo, i tessuti si ricomponevano e presto non restò alcuna
traccia del taglio.
«Come hai fatto?»
«Un merito della maledizione.» Le tolse la gonna e lasciò cadere
anche quella, poi tenne stretto il tanga. «Questo è mio.»
«Ok, ma devi darmi qualcosa in cambio.»
«Mmh, mi piacciono le usanze del tuo mondo. Potrei tenermi le
tue mutandine e in cambio darti piacere due volte. Che ne dici?»
Come se avesse avuto bisogno di pensarci! «Mi sembra un buon
affare.»
Tristan le passò le dita sui capezzoli attraverso la stoffa del
reggiseno, facendola sussultare, la pelle ardente. «Ti voglio» dichiarò.
«Sei troppo dolorante?»
Sì, lo era, ma moriva lo stesso dalla voglia: si sentiva scogliere,
come se le fiamme la consumassero. «Anch'io ti voglio. Scommetto
che mi farai dimenticare ogni fastidio.»
«Sarà la mia missione.» La tempestò di baci, inumidendo il
reggiseno e creando una frizione deliziosa, poi la lingua guizzò su
ogni capezzolo.
«Hai chiuso a chiave la porta d'entrata?» chiese Julia all'improvviso.
Tristan scosse la testa e le diede un bacio dolce e tenero. «No.»
«Allora non farmi urlare, d'accordo? Devo sentire, se entra un
cliente.»
«Se non riesco a farti urlare, piccolo drago, non sono degno di
essere il tuo amante.» Scivolò dentro di lei, che ben presto iniziò a
gemere e a esortarlo a fare più in fretta.