Untitled - only fantasy

ammettere che si trattava di una falsa speranza.
Quel pensiero avrebbe dovuto deprimerla e invece si sentiva
sollevata. Peter non era l'uomo adatto a lei; ormai non poteva più
fingere il contrario. Lanciò un'occhiata furtiva al suo sensuale schiavo
del piacere. La luce delle candele creava ombre guizzanti sul tavolo
dalla candida tovaglia di lino e metteva in risalto i suoi zigomi alti e i
tratti marcati.
Lo amo, pensò.
Si sentì mozzare il fiato e la nausea provata ore prima tornò ad
assalirla. No, no, decise scuotendo la testa. C'erano troppe
complicazioni, troppi ostacoli, eppure... Cosa sarebbe successo, se si
fosse innamorata di uno schiavo del piacere?
Cosa doveva fare?
Cosa doveva fare?, si chiese Tristan.
Da quando Julia aveva cominciato a mostrargli i nuovi vestiti, lui si
era sentito pronto a lottare contro tutti i maschi che abitavano il suo
mondo. Ogni capo metteva in risalto la sua figura squisita, rivelando
le curve morbide e perfette a chiunque la guardasse. L'idea che in
quel momento stesse indossando per un altro uomo un abito scelto
da lui lo faceva infuriare.
La studiò cercando di capire le sue reazioni e notò che non stava
più osservando Peter il declamatore di poesie. Guardava lui da
dietro il velo formato dalle ciglia. Perché? Avrebbe tanto voluto
conoscere i suoi pensieri.
Teneva a lei; non poteva proprio bloccare quel sentimento. Non
l'amava – questo era escluso, visto che amarla significava perderla –
ma gli era in qualche modo penetrata nella pelle.
Ho bisogno di tenerla tra le braccia.
Varie coppie passeggiavano tenendosi per mano nel giardino del
ristorante. Voleva farlo con Julia, decise. Voleva averla tutta per sé,
almeno per un po'. Le tese la mano. «Facciamo un giro in giardino,
piccolo drago» la invitò.
Lei rimase un momento a mordicchiarsi in silenzio il labbro
inferiore.