Untitled - only fantasy

la confezione e disposto le palline di cioccolato su un vassoio.»
«Portamele» la invitò con voce vellutata.
Usando il dessert come distrazione, Julia si alzò sulle gambe
tremanti, afferrò il vassoio e lo posò sul tavolo con un tonfo. Poi
tornò a sedersi. Osservando Tristan fissare deliziato le squisite palline
di cioccolato ripiene di gelato, all'improvviso desiderò spalmargliele
sul corpo nudo.
Per lui sono solo una guan ren, si ripeté. Un mezzo per raggiungere
un fine: la seduzione era l'unico proposito della sua vita, dunque per
quegli occhi viola non era davvero speciale, carina e desiderabile.
Sarebbe stato patetico accettare una simile indifferenza senza
chiedere qualcosa di più per sé – e per lui.
Senza staccare lo sguardo da lei, Tristan sollevò una pallina e ne
leccò il centro. «Lascia che sia io a darti il dessert» sussurrò con voce
così dolce che Julia dovette soffocare un sospiro sognante.
No. Doveva restare concentrata. «Non sono sicura che sia una
mossa saggia, Tristan.»
«Non m'importa della saggezza. Solo del desiderio.» La studiò a
occhi socchiusi; nella mente la stava spogliando e leccando tutta. «Se
non vuoi accettare del cibo da me, accetterai almeno un bacio?»
chiese.
L'eccitazione in agguato dentro di lei divampò ardente, mentre
fremiti trepidanti le facevano formicolare la pelle. In fondo che c'era
di male in un semplice bacio? Niente, rispose subito la vocina.
«Uno?» chiese senza fiato.
«Sì.» Lui la sfiorò con le nocche, suscitando una reazione a catena.
Come riusciva a farla sentire la donna più desiderabile che avesse
conosciuto? Oh, come lo desiderava.
Ehi, un momento. Tu desideri Peter.
Peter chi?
«Non c'è spazio per i pensieri» sentenziò Tristan, come se temesse
che lei si tirasse indietro. «Abbiamo sconfitto la tua tendenza alle
prediche. Ora occupiamoci dell'abitudine a pensare troppo.»