Untitled - only fantasy

acclamazioni entusiaste coprirono gli ultimi suoni della battaglia e i
lamenti dei feriti riversi sull'erba.
Esausto, Tristan si passò una mano sul viso e sollevò lo sguardo al
cielo. Ne aveva abbastanza: era ora che la sua richiesta venisse
esaudita.
«Percen» gridò, sperando che il sommo sacerdote dei Druinn lo
sentisse. «Non combatterò più, fino a quando il nostro accordo non
sarà rispettato.»
Julia era a letto, con addosso la maglietta e i pantaloni della tuta
che portava da quando Tristan se ne era andato. Erano suoi e lei
accoglieva di buon grado il lieve conforto che le portavano. Era
passata un'altra settimana senza di lui. Un'altra settimana desolata e
solitaria.
Non riusciva più a dormire. Ormai non faceva che rigirarsi nel letto
e immaginare.
Quando si sarebbe attenuato quel dolore atroce? Non lo sapeva.
Mentre si stringeva al petto il cuscino sentì una voce risuonare in
tutta la casa e si mise a sedere di scatto, sconcertata.
«Vuoi andare da lui?» Riconobbe l'accento scozzese dell'uomo che
al mercato delle pulci le aveva venduto lo scrigno di Tristan.
Non perse tempo a interrogarsi sulla propria sanità mentale. «Sì!»
rispose di slancio.
Il mondo cominciò subito a girare e lei chiuse gli occhi. Una
miriade di colori le vorticava dietro le palpebre e uno strano sibilo le
risuonava nelle orecchie. Non sapeva quanto tempo fosse passato. Ti
prego, fa' che tutto questo sia reale, pensò, cercando di alimentare la
speranza crescente che si faceva largo nel suo cuore.
Dopo un tempo che le parve eterno il mondo si fermò.
Julia aprì gli occhi e batté le palpebre per abituarsi alla luce intensa.
Era in piedi su una distesa di erba bianca, circondata da uomini
seminudi; alcuni erano coperti di sudore e di sangue, altri si erano
appena lavati. La guardarono confusi, ma nessuno si avvicinò.
Un enorme lago dall'acqua cristallina si stendeva poco lontano.