Untitled - only fantasy

«Ho imparato tutto quello che mi serviva» replicò. Sperava solo
che la voce non apparisse anche a lui tremante e disperata.
«Posso insegnarti ancora molte cose» insistette Tristan addolcendo il
tono.
«Non m'interessa.»
«Non è vero, Julia. Ti interessa.»
«Ti sbagli.» Cercò di soffocare la sofferenza. Non era arrabbiata con
lui. In fondo aveva fatto solo ciò che gli aveva chiesto: insegnarle a
sedurre un uomo. Lei però l'aveva dimenticato e ora si odiava per la
propria stupidità, odiava il dolore che le opprimeva il petto. «Di
grosso.»
«Sei tu che ti sbagli, Julia» dichiarò Tristan a denti stretti. Appoggiò
i gomiti sui braccioli della sedia e ripiegò le mani. «Stai mentendo a
te stessa e io voglio sapere perché.»
«Ho provato abbastanza piacere per un giorno. Ecco tutto.»
Lui schioccò la lingua poco convinto. «Una donna non ha mai
avuto tanto bisogno di piacere, dolcezza. Sei già esplosa due volte
per un semplice bacio e le mie dita o il mio membro non sono
neanche entrati nel tuo corpo. Tu vuoi il piacere che posso darti. Su,
ammettilo» la incitò.
Julia corse via più veloce che poteva. Non sapeva dov'era diretta.
Sapeva solo che se non fosse scappata subito si sarebbe arresa,
avrebbe dato a Tristan tutto ciò che voleva e dimenticato ciò di cui
lei aveva bisogno. Come poteva essere così appassionato un
momento e così gelido e distante quello dopo, come se avesse una
doppia personalità?
«Julia» la chiamò rincorrendola. La raggiunse, la prese per le spalle
e la girò per averla davanti. Ora la sua espressione era incupita dal
rimorso. Era tornato il guerriero tenero e focoso che l'aveva baciata.
«Non volevo ferirti.»
Lei abbozzò un sorriso e guardò il salotto alle sue spalle. «Sto bene.
Davvero.»
Lui le prese il viso tra le mani forti e callose, costringendola a
fissarlo negli occhi. «Ogni guerriero sa che queste parole pronunciate