Untitled - only fantasy

«Ti porto subito la tua bevanda.» Tristan si alzò e si diresse verso la
caffettiera, poi si fermò e tornò a guardarla. All'improvviso la sua
espressione si fece seria. «Ti ho detto che stamattina sei molto bella?
Le tue labbra sono rosee e umide, i tuoi occhi assonnati e il tuo
corpo profuma come i petali di gartina.»
«Che profumo hanno questi petali?» Sperava solo che non
sapessero di formaggio ammuffito.
«Assomiglia a una pioggia lieve dopo una tempesta» rispose.
Oddio. Probabilmente Tristan lo diceva a ogni donna che entrava
in possesso dello scrigno, eppure lei si sentì scogliere lo stesso. Era la
cosa più carina che le avessero mai detto; assaporò le parole, senza
chiedersi se parlasse sul serio o no. In fondo non aveva importanza.
«Grazie» disse con voce malferma.
«Di niente.»
Le offrì ancora una volta la vista della sua schiena, poi riempì una
tazza di caffè bollente. Julia si sentì l'acquolina in bocca, ma non per
il caffè. Per Tristan. Era un esempio di pura perfezione maschile, i
suoi muscoli erano... appetitosi e la pelle bronzea faceva pensare al
satin, ondulata in alcuni punti e liscia in altri. E poi, per essere un
uomo così imponente, si muoveva con grazia e agilità e riusciva ad
apparire allo stesso tempo angelico e diabolico.
E in quel momento le apparteneva.
Si leccò le labbra. Per un secondo, un secondo solo, si concesse di
spogliarlo mentalmente. La cintura si slacciò, i pantaloni scesero
lungo le gambe e... Oh, sì! Peluria scura, muscoli possenti e
un'enorme erezione che aspettava solo il suo tocco. Un attimo dopo
si rese conto che l'enorme erezione della sua immaginazione
corrispondeva alla realtà e si tendeva contro gli aderenti pantaloni di
pelle nera.
«Ti piace lo spettacolo?» chiese lui divertito.
Lei distolse in fretta lo sguardo e fissò la finestra. «Uh, ecco, stavo
solo...»
«Ammirando la vista?»
«Assolutamente no. In questo pianeta esistono delle regole, sai?