Untitled - only fantasy

Julia ascoltò ogni parola, cercando e sperando di assorbire almeno
in parte tutto quel dolore.
«Alla fine ho perso la volontà di lottare e ho finito per accettare
quello che mi aspettava. L'unico controllo rimasto era il piacere che
potevo dare e il modo in cui rispondevo.»
«Non sei più uno schiavo del piacere» gli ricordò Julia con
dolcezza. «Sei un uomo, il mio uomo e io sono la tua donna.»
«Julia...» Il tono era carico di rimpianto.
«No. Non dirmi che sei come Zirra ti ha reso, che ciò che abbiamo
non può durare. Le cose non stanno così, ne sono sicura.»
«Possiamo impedire che lo scrigno venga rubato, ma non possiamo
fermare il passaggio del tempo. Finché durerà l'incantesimo io non
invecchierò mai e tu sì.»
«E se... e se mi amassi? L'incantesimo si spezzerebbe e tu
diventeresti un mortale come me.»
«Potrei farlo, mio dolce, piccolo drago. Ma non lo farò. Non ti
amerò.»
Julia inghiottì a fatica le lacrime. «Perché?» chiese con voce rotta.
«Sono così indegna d'amore?»
Lui le prese le mani. «No» rispose con foga. «Non pensare mai una
cosa del genere. Sei la donna più preziosa che abbia mai conosciuto.
Ma se ti amassi ti perderei. E io non voglio perderti.»
Julia si sentì invadere da un misto di timore e confusione. «Non
capisco.»
«La magia verrà spezzata e a quel punto non ci sarà più niente a
legarmi a te e al tuo mondo. Visto che io non possiedo poteri
magici, dovrò tornare su Imperia senza di te.»
Un altro orrore da sopportare, pensò lei lottando contro una
nuova ondata di dolore. Perdere la persona amata era senz'altro la
peggiore, tra tutte le torture che Tristan aveva dovuto subire: non
c'era da meravigliarsi che si rifiutasse di concedere il suo cuore.
Amare significava perdere. Sarebbe stato libero, ma solo.
Quella condizione non era comunque preferibile a restare uno