Untitled - only fantasy

Non guardare mai la tua padrona
senza il suo permesso
18
Julia camminò sopra una passatoia, ai lati della quale fronde di un
verde brillante si riversavano fuori da grandi contenitori di pietra, e
sotto un tendone rosso. Ho un appuntamento, pensò, ancora
sconvolta all'idea. Raffiche di vento freddo colpivano l'edificio che
ospitava il ristorante, per fortuna appena mise piede nel vestibolo si
sentì avvolgere dall'aria calda.
Peter cercò di avvicinarsi, ma Tristan lo spinse indietro. Seguirono
tutti Faith verso la sala piena di tavoli, accolti da una musica classica
soffusa.
Un elegante maître venne loro incontro e li condusse a un tavolo
per quattro in un angolo appartato. Finestre alte e strette davano sul
giardino illuminato da luci scintillanti.
Tristan fece sedere la sua guan ren su una sedia ricoperta di velluto
con Faith vicina, poi si impadronì della sedia alla sinistra di Julia e
lasciò a Peter quella di fronte. Da là non poteva certo toccarla.
«Grazie» mormorò Julia, accettando il menu che il maître le
porgeva.
Esaminò i vari piatti mentre Peter lodava la sua bellezza, arguzia e
fascino e annunciava di aver perfino composto un sonetto in suo
onore. Era tutto quello che aveva sempre voluto: un uomo semplice
e timido attratto da lei. Eppure non riusciva a provare la minima
felicità.
Peter tentò di avvicinarsi sporgendosi sulla tavola – che strano
profumo si era messo? – e il cipiglio di Tristan divenne sempre più
feroce.
Per fortuna in quel momento arrivò il cameriere. Peter imitò
l'ordinazione di Julia – una zuppa di aragosta e funghi ripieni in una
salsa al vino rosso – mentre Tristan e Faith scelsero un controfiletto