Untitled - only fantasy

Si alzò, le si avvicinò, le infilò le mani sotto le ascelle e la sollevò in
alto.
«Cosa stai facendo?» chiese lei allibita. I piedi le penzolavano a
quasi un metro da terra.
Tristan non le offrì alcuna spiegazione e la mise a sedere sulla
scrivania. Pile di documenti volarono sul pavimento. Senza fermarsi
le sollevò la gonna fino alle cosce, osservò la nuova posizione e
sorrise soddisfatto. «Così va molto meglio.»
«Forse per te.» Si sentiva intrappolata, impotente, vulnerabile ed
eccitata. Cominciava a credere che quella fosse una condizione
permanente, ogni volta che Tristan era vicino. «Non dovrei prendere
appunti?»
«No. Ricorderai tutto quello che ti insegno.»
«Ma se...»
«Basta.» Attese che lei chiudesse la bocca prima di continuare.
«Dato il nostro accordo, è mio diritto darti ordini a cui tu devi
obbedire.» Gli piaceva menzionare quella regola. «Ti ricorderai tutto»
le assicurò.
«Ok.»
Le tappò la bocca veloce come un lampo. «Non devi parlare senza
il mio permesso, chiaro?»
«Va bene» rispose lei con voce soffocata. Tristan aveva passato gli
ultimi millenni a obbedire agli ordini delle sue padrone; poteva
capire che ora volesse darne un po' e la cosa non le pesava. Lo stava
facendo per aiutarla, no?
«Ricominciamo.» Scostò la mano annuendo soddisfatto. «Ora batti
le ciglia.»
«Che cosa? Le donne lo fanno ancora?»
Lui sospirò esasperato. «Come ti ho già detto, per attirare un uomo
non bastano le parole. Devi usare ogni parte del tuo corpo. Avanti,
batti le ciglia.»
Lei obbedì.
Tristan scosse la testa corrucciato. «Basta con i giochi. Insomma,