Untitled - only fantasy

azione, tuttavia per tutto il tempo che lo scrigno era rimasto in suo
possesso Tristan l'aveva sfidata. Certo, l'aveva posseduta con ardore
ogni volta che gliel'aveva ordinato, senza mai darle niente di sé
però. Aveva parlato della sua morte mentre le mani le
accarezzavano il corpo, l'aveva fissata con odio mentre la lingua le
leccava la pelle.
Eppure i ricordi del suo magnifico splendore avevano ancora il
potere di farla fremere deliziata.
«Tristan è un mortale» sbottò. «Non è niente per te.»
Heather, anche lei mortale, strinse gli occhi. «È un mortale, è vero,
ma questo non lo rende inferiore.»
«Ha combattuto per il suo grande signore e anche per me»
intervenne Percen. «Ha ucciso i nemici senza rimorsi o esitazioni. È
leale e degno di fiducia, un re nel cuore e una leggenda per tutte le
razze. Tu sei solo un esempio penoso di carne, sangue e magia. Anzi,
non più di magia» aggiunse soddisfatto.
Pur rabbiosa e ferita, Zirra ignorò il suo sarcasmo. Percen voleva
umiliarla perché una volta lei lo aveva respinto, sputandogli in faccia
e rifiutando il suo tocco. Non gli avrebbe permesso di ferire il suo
spirito, decise.
«Tristan è tutto quello che dici, lo ammetto, ma è anche mio. Mi
appartiene.»
Heather scoppiò in una risata argentina. «Non è mai stato tuo e
mai lo sarà.»
Zirra digrignò i denti furente.
«Non temere, un giorno tornerà nel nostro mondo» disse Percen.
«Ma questo succederà quando lo deciderà Elliea e non prima.»
Gioia e disperazione, impazienza ed euforia si mescolarono in lei.
«Se lo riporti indietro adesso, posso indurlo ad amarmi. Ne sono
sicura. E lui ti ringrazierà per averlo fatto tornare qui.»
La risata di Percen distrusse il suo orgoglio. «Perché insisti? Tristan
non ti amerà mai. Sei indegna di lui.»
Lei voleva contraddirlo, tuttavia riuscì a restare impassibile e
nascondere il tumulto che l'agitava.