Untitled - only fantasy

punto di gridare. Poi qualcosa si ruppe dentro di lui: forse la
pazienza, forse la buona volontà. Zirra era destinata a diventare la
sua compagna di vita e lui non intendeva tollerare oltre quelle
continue sfide, né la sua ossessione per un altro uomo.
«Ti ho osservata spasimare per Tristan per tutti questi cicli» ringhiò,
spingendola contro una pietra fredda e argentea che circondava la
sabbia. «Ora basta: ho finito di guardare, ho finito di aspettare. Tu
sei mia.»
Lei sgranò gli occhi per la paura e forse per l'eccitazione: lo aveva
spinto al di là dei limiti della sopportazione e ora doveva
ammansirlo.
«Ora la faremo finita con la tua ossessione» dichiarò Romulis.
«Vieni con me.»
Tristan faceva colazione al tavolo di cucina, silenzioso e torvo.
Julia aveva cercato di spingerlo a lasciarla. Aveva cercato di fargli
confessare il suo amore per lei.
Era ancora scioccato. Possibile che si fosse già stancata di lui?
Scosse la testa. No, non era così. Lei lo amava: lo aveva ripetuto
così tante volte che ormai le parole gli si erano impresse nella mente.
Parlava sul serio: la verità le brillava negli occhi. Al ricordo avvertì
una stretta al petto; lo amava, eppure era disposta a sacrificare la
loro vita in comune. Per lui. Ormai la conosceva abbastanza da
sapere che non avrebbe voluto guardarlo condurre una vita da
schiavo senza fare niente per risparmiargli quel destino. Era per
quello che... l'apprezzava tanto. Sì, Julia gli piaceva. Niente di più.
Come poteva dirle che ciò che provava per lei lo avrebbe
distrutto?
Non voleva correre quel rischio.
Dopo la sua morte – provò una stretta al cuore al solo pensiero –
avrebbe sopportato il passaggio dello scrigno a una nuova guan
ren, consolandosi con l'idea di aver condiviso una vera amicizia con
una donna. I ricordi del tempo trascorso con Julia lo avrebbero reso
felice per il resto della vita. Per il resto della schiavitù.