Untitled - only fantasy

schiavo per l'eternità?
«Tu vuoi tornare a casa, lo so. Lo hai detto tu stesso» gli ricordò.
«È vero, mi piacerebbe camminare di nuovo sulle coste della mia
terra, ma sono contento di trovarmi qui. In effetti, preferisco stare
con te.»
Julia chiuse gli occhi per respingere le lacrime: Tristan era disposto
a sopportare un'eternità come schiavo del piacere, pur di passare un
po' di tempo con lei. Lo strinse più forte: quell'uomo l'amava. Non
accettava e riconosceva quell'emozione, ma le cose stavano così.
Cos'ho fatto per meritarmelo? Quella domanda le colmò la mente,
mentre accettava l'idea che non poteva trattenerlo. Non poteva
costringerlo a sopportare una vita da schiavo, quando c'era un modo
per salvarlo.
Sì, c'era: doveva rinunciare a lui.
Quella consapevolezza le straziò il cuore, il corpo e la mente. Julia
intendeva fare tutto il necessario per garantirgli la libertà e quello
significava vivere senza di lui. Avrebbe sofferto, lo sapeva, ma
l'amore che provava e l'idea che grazie a lei aveva riacquistato la
libertà l'avrebbero aiutata a sopportare quella tortura.
Non gli avrebbe permesso di sacrificare la sua libertà per lei.
Quella notte Julia giacque a letto accanto a Tristan. Erano
entrambi nudi: lui non tollerava vestiti tra di loro quando
dormivano e, a essere sincera, neanche lei. Giocherellò con una
ciocca nera e la fece scorrere tra le dita.
So cosa devo fare.
Doveva fargli ammettere che l'amava; a quel punto sarebbe
scomparso per sempre dalla sua vita. Gli passò le dita tremanti sugli
zigomi e la mascella, ma lui non si svegliò. Le pareva che il cuore le
battesse così forte da risuonare in tutta la stanza. «Tristan» lo chiamò
in un sussurro carico di desiderio e determinazione. «Svegliati. Ho
bisogno di te.»
Lui si destò con lentezza e Julia ripeté la richiesta.