Untitled - only fantasy

futuro, le persone amate, forse anche l'anima.
Che cosa lo aspettava, se non un'eterna schiavitù? La disperazione
si unì all'amarezza in una lotta accanita contro la sua determinazione
e ogni emozione lo lasciò ferito e vulnerabile. Solo l'orgoglio gli
impedì di arrendersi e invocare Zirra, implorandola di liberarlo. Lei
non lo avrebbe ascoltato, ma a volte quel desiderio rimaneva. E solo
l'orgoglio lo fermò: gli aveva procurato molto dolore, ma era anche
l'unica cosa che lo aveva mantenuto sano di mente.
I suoi passi divennero sempre più agitati. Le ossa bruciavano per il
tormento provocato da quelle intense emozioni. Doveva distrarsi,
doveva perdersi nel corpo di una donna – di Julia. Il sesso cancellava
dalla mente anche solo per un momento l'acre consapevolezza del
passato e del futuro. Tristan controllava il piacere e quindi la donna.
Quella donna, però, non lo voleva.
Strinse le mani a pugno lungo i fianchi. Ebbene, sarebbe dovuto
ricorrere a tutte le sue arti per sedurla, mantenendosi, però, sempre
freddo e distaccato.
Scuro in viso, si avvicinò alla porta della camera e si fermò: non
poteva entrare senza il suo permesso. Quel pensiero lo irritò ancora
di più. Per Elliea, odiava prendere ordini. Lo aveva sempre odiato.
Un tempo era un guerriero del corpo più scelto di Imperia e gli anni
di schiavitù non avevano distrutto i suoi istinti.
Un guerriero dava ordini, non li prendeva.
Teso per la frustrazione, provò la maniglia e rimase sorpreso
quando questa girò con facilità. «Posso entrare, Julia?» chiese in
fretta. Odiava il solo sapore di quella richiesta.
«Perché?» rispose lei con voce soffocata. «Ti ho già detto che noi...
noi non...»
«Non sono venuto a chiedere i tuoi favori, se è questo che
desideri.» Da bambino aveva passato troppi anni a implorare in
ginocchio vestiti, cibo e affetto e i suoi sforzi erano sempre stati
ricompensati con dolore e umiliazione. Non avrebbe mai dato quel
potere a un altro. Lo aveva dimostrato a Zirra e avrebbe fatto lo
stesso con Julia.