Untitled - only fantasy

nostro pasto è pronto?» chiese.
Lei sussultò colta di sorpresa e si girò. Aveva una macchia di salsa
rossa sul mento. «Tra un quarto d'ora» rispose.
Tristan annuì e si chiese che sapore avrebbe avuto il suo mento, se
lo avesse leccato. Quell'immagine lo eccitò subito, ma invece di
coprire la distanza tra di loro, cingerla con le braccia e prenderle le
labbra di slancio avanzò una richiesta. «Vorrei lavarmi prima di
mangiare.»
«Oh.» Lei posò la pentola sul banco. Si levò una nuvola di vapore
che per un momento nascose i suoi lineamenti. «Non potresti
aspettare?»
«No.» Voleva avere il corpo pulitissimo per ciò che aveva
progettato.
«E va bene» cedette lei con un sospiro. «Sai dov'è il bagno. Sai
come funziona la doccia?» aggiunse dopo un momento.
«Sì.» Lo sperava.
Poco dopo scoprì che non era difficile manovrare quegli strani
pomelli, simili a quelli usati nelle terme gillradiane. Li regolò finché
l'acqua prese a scrosciare nella vasca. Si spogliò e si mise sotto il
getto.
L'acqua calda gli accarezzò la pelle sensibile come il tocco di
un'amante. Era ancora eccitato e quella sensazione divenne una
fonte di dolore: voleva sentire su di sé le mani di Julia, le dita
racchiuse intorno al membro e la bocca intenta a succhiargli i
capezzoli. Poi il tormento sarebbe diventato insopportabile e a quel
punto mano e bocca si sarebbero scambiati di posto. Voleva sentire
la sua lingua umida e calda passargli sull'erezione, più e più volte.
Basta. Avrebbe dovuto porre fine a quelle fantasie al più presto,
prima di rischiare di farle male, e non voleva: avrebbe preferito far
del male a se stesso. L'immagine di Julia però non svaniva, anzi, se la
raffigurò mentre lo raggiungeva nuda sotto la doccia. La sua pelle
chiara e liscia brillava cosparsa di goccioline e gli unici tocchi di
colore erano i capezzoli rosa scuro e i riccioli castani tra le gambe. La
immaginò mentre gli rivolgeva un sorrisetto malizioso e gli
accarezzava l'ombelico, per poi scendere più in basso. I muscoli si