Untitled - only fantasy

Stava ormai perdendo la fragile presa sulla propria sanità mentale:
esplorò di nuovo il suo centro più intimo e bagnato e la stuzzicò con
carezze fugaci.
Quando lei si lasciò sfuggire un basso gemito di gola e mosse i
fianchi assecondando ogni suo gesto, Tristan guardò il suo viso,
scrutò le labbra che si aprivano invitanti e il modo in cui inarcava la
schiena, chiedendogli in silenzio altri piaceri. «Ecco, così, piccolo
drago. Muoviti per me.»
«Tristan...» cominciò lei, poi prese un respiro quando lo sentì
posare la lingua sul capezzolo in attesa.
Quella donna lo eccitava come nessun'altra: udirla pronunciare il
suo nome era più intenso che fare l'amore con un'altra. Lo faceva
sentire in qualche modo completo, come se fosse nato solo per
conoscerla.
Lei gemette di nuovo, mentre il loro contatto si faceva sempre più
elettrizzante. Presto iniziò a dimenarsi, cercando uno sfogo alle
intense sensazioni che la travolgevano. «Ci sono quasi» boccheggiò.
Si sentiva pronta a scattare come una molla, sempre più vicina al
limite. «Non fermarti» lo implorò, il respiro ridotto ad ansiti spezzati.
«La mia pelle va a fuoco ovunque la tocchi. Non devi mai smettere
di toccarmi. Me lo prometti?»
«Con tutto me stesso.» Il suo rauco mugolio la fece vibrare da capo
a piedi.
Tristan premette ancora un po'. Fu sufficiente: i muscoli interni di
Julia si contrassero e il piacere la travolse con la forza di una
valanga.
«Oddio, oddio, oddio!» gridò.
Mentre l'orgasmo continuava a scuoterla, lui inserì due dita in
profondità, tendendo le pareti della sua femminilità e preparandola
all'invasione. Con l'altra mano l'afferrò per un fianco, tirandola su e
aiutandola a imitare il ritmo del sesso. Una volta. Due. Spinse le dita
più in profondità, ammaliato dal bisogno che lei aveva di lui: Julia
non voleva soltanto il suo tocco, ma voleva anche la sua voce, il suo
sorriso, la sua felicità.
Quel corpo sensuale era stato privato a lungo di soddisfazioni e