Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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quel<strong>lo</strong> sopra descritto <strong>per</strong> la ricerca in generale e deve coinvolgere i coltivatori e gli<br />
allevatori, gli enti di ricerca (ad esempio genetisti e pato<strong>lo</strong>gi) e i sementieri. Da<br />
sottolineare l’importanza della conservazione in situ, attraverso l’impegno dei<br />
"coltivatori custodi", che consente al materiale di evolversi, da integrare con la<br />
conservazione ex situ delle banche del germoplasma.<br />
Su queste tematiche, va ricordato che l’Italia ha recepito il Trattato<br />
internazionale sulle risorse fitogenetiche <strong>per</strong> l’alimentazione e l’agricoltura,<br />
promosso dalla FAO nel 2001, fondamentale passaggio <strong>per</strong> fornire una base<br />
giuridica alle questioni legate ai diritti degli agricoltori rispetto alle sementi e alla<br />
sovranità alimentare. L’Italia demanda alle Regioni le attività o<strong>per</strong>ative di stampo<br />
agrico<strong>lo</strong> sul territorio nazionale. Purtroppo, non poche tra queste sono in ritardo nel<br />
recepire tale disposizione. La Rete Interregionale Biodiversità in Agricoltura<br />
potrebbe rappresentare il tavo<strong>lo</strong> nazionale che deve farsi carico della questione.<br />
Infatti è stato rilevato che ai fini dell’utilizzazione delle risorse genetiche<br />
conservate ex situ nelle banche del germoplasma (oppure on farm), esiste una<br />
carenza di coordinamento di tali iniziative.<br />
5.3.2 Il sistema della conoscenza: dalla ricerca alla consapevolezza<br />
Durante i workshop territoriali e le riunioni del gruppo tematico è emersa<br />
l'esigenza di migliorare il sistema della conoscenza <strong>per</strong> quanto riguarda il rapporto<br />
tra agricoltura bio<strong>lo</strong>gica ed ambiente. Malgrado ci sia una larga condivisione<br />
sull'importanza che deve avere la sostenibilità ambientale nel<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del settore<br />
bio<strong>lo</strong>gico, diversi aspetti non sono ancora sufficientemente trattati sia nel mondo<br />
della ricerca che in quel<strong>lo</strong> della formazione e consulenza, fino ad arrivare al tema<br />
più generale dell'educazione a stili di vita "a basso impatto ambientale". Proprio<br />
partendo da questa ultima considerazione, in più occasioni è stata rimarcata la<br />
necessità di coinvolgere nelle attività di (in)formazione non soltanto l'agricoltore<br />
bio<strong>lo</strong>gico - o l'agricoltore che vuole diventare bio<strong>lo</strong>gico -, ma anche i consumatori,<br />
i cittadini e le istituzioni che devono avere una informazione più adeguata sui<br />
rapporti tra agricoltura (bio<strong>lo</strong>gica), ambiente e salute.<br />
L'educazione alimentare e ambientale, incentrata su un concetto ampio e<br />
attuale di qualità del prodotto in tutti i suoi aspetti, potrebbe essere una leva potente<br />
<strong>per</strong> modificare gli stili di vita e far emergere una domanda di prodotti bio<strong>lo</strong>gici (e<br />
di beni e servizi ambientali connessi) che attualmente stenta ad essere <strong>per</strong>cepita.<br />
Per consolidare la sensibilità ambientale si suggerisce di iniziare dai corsi scolastici<br />
primari in modo tale da accentuare il carattere culturale e di vero e proprio model<strong>lo</strong><br />
di vita associato alle scelte di <strong>sviluppo</strong> sostenibile. La visione olistica che <strong>per</strong>mea il<br />
settore bio<strong>lo</strong>gico si avvantaggerebbe di una vera e propria "cultura del bio<strong>lo</strong>gico"<br />
che fornisca radici durature ad una scelta di produzione e di consumo che non può<br />
essere legata solamente alle convenienze economiche. Il concetto di sostenibilità -<br />
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