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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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Questa situazione presenta vantaggi e svantaggi. Lo scopo stesso di istituire<br />

sussidi <strong>per</strong> la produzione bio<strong>lo</strong>gica ha una sua ragione <strong>per</strong> l’ente pubblico negli<br />

effetti positivi sull’ambiente che questa comporta; ne consegue che non ci si deve<br />

stupire che gli agricoltori reagiscano agli incentivi, anzi, il fatto che una serie di<br />

agricoltori si converta al bio<strong>lo</strong>gico grazie ai sussidi rappresenta esattamente il<br />

vantaggio ricercato. Lo svantaggio di questa situazione è che una parte della<br />

produzione bio<strong>lo</strong>gica è venduta sul canale convenzionale, e questo non favorisce il<br />

formarsi ed il consolidarsi di un mercato <strong>per</strong> i prodotti bio<strong>lo</strong>gici.<br />

<strong>Le</strong> considerazioni svolte sono state discusse con gli o<strong>per</strong>atori nel Gruppo<br />

Tematico e nei Workshop Territoriali, e sono emerse una serie di considerazioni.<br />

La certificazione delle produzioni bio<strong>lo</strong>giche garantisce il consumatore ma,<br />

essendo un obbligo indifferenziato <strong>per</strong> tutte le imprese bio e data la presenza di<br />

costi fissi, ha un impatto sui costi medi molto più consistente sulle piccole aziende<br />

che sulle grandi. L’impatto non è so<strong>lo</strong> in termini di costi vivi della certificazione,<br />

ma anche sotto il profi<strong>lo</strong> dell’impegno lavorativo, in quanto comporta numerosi<br />

adempimenti amministrativi. La certificazione bio nelle piccole imprese costituisce<br />

quindi un onere che non è commisurato all’eventuale maggiore ricavo di vendita;<br />

in larga misura ciò dipende dal fatto che grandi e piccoli produttori sono soggetti<br />

agli stessi obblighi.<br />

Nella maggioranza, gli o<strong>per</strong>atori si sono espressi contro l’opportunità di<br />

vincolare la concessione dei sussidi alla certificazione, considerando che questo<br />

non contrastava con gli obiettivi ambientali dell’intervento pubblico e che non<br />

creava problemi nel mercato dei prodotti bio<strong>lo</strong>gici certificati; inoltre c’era una<br />

diffusa sensazione che un vinco<strong>lo</strong> di questo tipo avrebbe portato ad un forte<br />

ridimensionamento della produzione bio<strong>lo</strong>gica e ad una ingiusta penalizzazione<br />

delle aziende più piccole e meno in grado di certificare. Tuttavia non sono mancate<br />

voci che hanno sostenuto l’opportunità del vinco<strong>lo</strong> del sussidio alla certificazione<br />

di prodotto, come incentivo alla costituzione di una consistente filiera del<br />

bio<strong>lo</strong>gico; spesso questa posizione era <strong>per</strong>ò accompagnata dalla richiesta di sussidi<br />

alla certificazione stessa.<br />

6.3.5 L’impostazione dell’azione pubblica<br />

Come si è detto, l’azione pubblica attuale nell’Unione Europea nei confronti<br />

dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica è basata sostanzialmente da una parte sul sistema di<br />

certificazione e di control<strong>lo</strong> (che, come si è detto, aiuta la formazione del mercato<br />

dei prodotti bio<strong>lo</strong>gici in presenza di asimmetria informativa), dall’altra dai sussidi,<br />

tesi ad incentivare la produzione bio<strong>lo</strong>gica; un intervento, quest’ultimo, che mira<br />

ad ottenere effetti ambientali positivi maggiori di quelli che il mercato produrrebbe<br />

spontaneamente.<br />

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