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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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- più in generale, richiamare l’obiettivo ambientale della politica <strong>per</strong> l’agricoltura<br />

bio<strong>lo</strong>gica implica differenziare i sussidi in base all’effetto ambientale prodotto,<br />

anche all’interno dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica. E’ ovvio che non è possibile misurare<br />

l’effetto ambientale prodotto dalla singola azienda, ma questo non impedisce di<br />

considerare una maggiore differenziazione rispetto a quella attuale. I sussidi<br />

quindi andrebbero differenziati: a) <strong>per</strong> prodotto, in quanto l’impatto ambientale<br />

differisce a seconda delle tecniche produttive prevalenti dei singoli prodotti; b)<br />

<strong>per</strong> zona, in quanto i miglioramenti ambientali della conversione sono maggiori<br />

in alcune zone rispetto ad altre (si pensi ad esempio alle zone vulnerabili); c) <strong>per</strong><br />

tipi aziendali: i dati sui risultati economici prima presentati mostrano che <strong>per</strong><br />

rendere la produzione bio<strong>lo</strong>gica redditizia i sussidi sono talvolta insufficienti,<br />

talvolta eccessivi. Anche se non è pensabile una differenziazione a livel<strong>lo</strong><br />

aziendale, <strong>per</strong> <strong>lo</strong> meno una diversificazione in base ad un certo numero di<br />

tipo<strong>lo</strong>gie <strong>per</strong>metterebbe una maggiore efficienza ed efficacia dell’intervento<br />

pubblico.<br />

La differenziazione dei sussidi <strong>per</strong> compensare la differenza di costi rispetto<br />

all’agricoltura convenzionale, benché richiamata nel reg. CE 1698/05, non appare<br />

il criterio corretto da applicare; questo criterio oltretutto si scontra con la forte<br />

variabilità fra aziende dei costi di produzione <strong>per</strong> gli stessi prodotti, e rischia di<br />

creare situazioni di rendita. La differenziazione dei sussidi sulla base dell’effetto<br />

ambientale prodotto richiede <strong>per</strong>altro uno sforzo di ricerca <strong>per</strong> determinare il va<strong>lo</strong>re<br />

dell’effetto ambientale stesso.<br />

<strong>Le</strong> considerazioni sopra svolte andrebbero inquadrate anche nel processo di<br />

revisione della PAC. La crescente difficoltà di legittimazione della PAC deriva in<br />

larga parte dalla sua configurazione attuale, che si presenta come un ibrido fra i<br />

vecchi obiettivi di sostegno dei redditi degli agricoltori ed i nuovi, che si<br />

propongono di far svolgere all’agricoltura un ruo<strong>lo</strong> rispondente ai desideri dei<br />

cittadini europei in termini di protezione del territorio e dell’ambiente, di<br />

conservazione del tessuto sociale rurale, di salvaguardia del benessere animale. Se<br />

dal processo di revisione la PAC uscisse focalizzata in maniera più coerente con<br />

questo secondo gruppo di obiettivi, l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica ne potrebbe beneficiare,<br />

purché –come si è sostenuto- l’azione pubblica sia coerentemente indirizzata a<br />

sostenere gli effetti ambientali positivi prodotti e a commisurare su questi i sussidi<br />

alla produzione.<br />

6.4.3 Riorganizzazione del sistema di certificazione<br />

Infine riguardo alla certificazione, le proposte emerse dal confronto con i<br />

partecipanti alle riunioni tematiche, sono le seguenti:<br />

- trovare forme di certificazione più “leggere”, ma serie, <strong>per</strong> le vendite dirette.<br />

Nelle vendite dirette, la certificazione assume minore importanza agli occhi del<br />

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