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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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promuovere adeguatamente i propri prodotti mediante calibrate <strong>strategie</strong> di<br />

marketing e coerenti politiche commerciali.<br />

Anche il contesto normativo gioca un ruo<strong>lo</strong> importante nel processo di<br />

miglioramento del grado di efficacia di un marchio, in quanto, a seconda dei<br />

problemi che si manifestano e degli elementi positivi che emergono, la legislazione<br />

deve essere modificata così da prospettare nuove soluzioni e amplificare gli aspetti<br />

che apportano i maggiori vantaggi in tal senso. Ad esempio, uno dei problemi delle<br />

denominazioni di origine (DOP e IGP) è che, in Italia, le richieste di<br />

riconoscimento sono numerosissime, ma molte di queste rimangono sulla carta 45 , in<br />

quanto al <strong>lo</strong>ro riconoscimento non segue una adesione massiccia da parte dei<br />

produttori che sarebbero titolati a far<strong>lo</strong> (Pa<strong>lo</strong>mba, 2009). Il decreto di attuazione<br />

del reg. CE n. 510/2006 (D.M. del 21 maggio 2007), <strong>per</strong>tanto, stabilisce che<br />

l’associazione di produttori o trasformatori che fa istanza di riconoscimento deve<br />

essere “costituita dall’insieme di produttori e/o trasformatori che effettivamente<br />

producono o trasformano il prodotto agrico<strong>lo</strong> o alimentare <strong>per</strong> il quale si chiede il<br />

riconoscimento della DOP o IGP” 46 , cercando di creare le condizioni affinché tali<br />

produttori/trasformatori certifichino il prodotto, una volta riconosciuta la<br />

denominazione dall’Unione europea.<br />

Ancora, in tema di agropirateria e contraffazione, con il Reg. (CE) n.<br />

510/2006, in seguito a osservazioni e critiche mosse dall'Organizzazione Mondiale<br />

del Commercio (OMC), si stabilisce che anche i Paesi terzi possano avanzare<br />

domanda di registrazione di una denominazione di origine, purché questa sia<br />

protetta anche nel Paese di provenienza, e opporsi alla registrazione di una europea,<br />

qua<strong>lo</strong>ra richiami denominazioni tutelate in tali Paesi (Damocle, 2006). Tuttavia, in<br />

tale contesto, le questioni da dirimere sono ancora molteplici, <strong>per</strong> cui la<br />

Commissione, nella sua Comunicazione del 28 maggio 2009, che riporta i risultati<br />

della consultazione sul Libro Verde sulla qualità dei prodotti agricoli, è<br />

consapevole della necessità di tutelare ulteriormente i prodotti europei con<br />

denominazione di origine al di fuori del territorio europeo mediante accordi<br />

bilaterali con i partner commerciali e in sede OMC, “di includere le indicazioni<br />

geografiche nel campo di applicazione dell’Accordo commerciale anti<br />

contraffazione e del costituendo “Osservatorio europeo sulla contraffazione e la<br />

pirateria”” e di iscrivere, nei registri ufficiali dell’UE, le indicazioni geografiche<br />

45<br />

46<br />

A tito<strong>lo</strong> di esempio, si consideri che, in Italia, le DOP e le IGP relative all’olio di oliva costituiscono il 40%<br />

di tutte le denominazioni riconosciute (complessivamente, pari a 203 al 20 aprile 2010), ma il prodotto<br />

certificato rappresenta so<strong>lo</strong> l’8% della produzione totale di olio di oliva (Pantini, 2007).<br />

In realtà, ciò non significa che tutti i produttori o trasformatori devono far parte dell’associazione che avanza<br />

domanda di registrazione, ma, nel procedimento di riconoscimento di una denominazione, si effettua una<br />

pubblica audizione a seguito della pubblicazione di tale domanda, alla quale ci si può opporre con legittime<br />

motivazioni. Il MIPAAF, inoltre, valuta da caso a caso la rappresentatività di tale associazione, procedendo,<br />

qua<strong>lo</strong>ra necessario, a un rilievo nel quale si chiedono alla stessa le motivazioni della scarsa partecipazione<br />

dei produttori.<br />

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