Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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pubblico <strong>per</strong> le aziende bio<strong>lo</strong>giche (rispetto ai contributi agli investimenti o <strong>per</strong> la<br />
commercializzazione).<br />
È stato fatto notare in più occasioni che l'attuale sistema delle misure<br />
agroambientali si presta ad includere agricoltori "opportunisti", che colgono<br />
l'occasione di integrazione del reddito derivante dai pagamenti agroambientali. In<br />
certe situazioni, di fatto, tali pagamenti non sembrano essere compensativi dei<br />
maggiori costi e minori ricavi dovuti alla conversione al metodo bio<strong>lo</strong>gico, in<br />
quanto le aziende adottano già metodi simili a quel<strong>lo</strong> bio<strong>lo</strong>gico. Per contro è stato<br />
osservato che l'abbandono del bio<strong>lo</strong>gico alla fine del contratto quinquennale è<br />
determinato proprio dalla mancanza di convenienza economica: da un lato viene a<br />
mancare il sostegno dato dal pagamento agroambientale e dall'altro non sempre vi è<br />
sufficiente accesso al mercato del bio<strong>lo</strong>gico. Inoltre, non sono mancate<br />
osservazioni critiche riguardo al livel<strong>lo</strong> dei pagamenti giudicati troppo bassi in<br />
va<strong>lo</strong>re assoluto e anche rispetto ai pagamenti corrisposti a quanti adottano i metodi<br />
<strong>dell'agricoltura</strong> integrata. Per questo motivo occorre chiarire e definire in modo<br />
concreto le differenze esistenti tra i diversi modelli di gestione in agricoltura,<br />
specie fra l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica e l’agricoltura integrata.<br />
Il settore bio<strong>lo</strong>gico sembra vivere in una sorta di <strong>per</strong>enne dicotomia: da un<br />
lato vi è l'opportunità di ottenere dei contributi pubblici che remunerano la<br />
fornitura di servizi ambientali (beni pubblici) svolti indubbiamente dalla aziende<br />
bio<strong>lo</strong>giche e dall'altro lato tali contributi rischiano di "drogare" il sistema,<br />
rendendo<strong>lo</strong> sostanzialmente più vulnerabile e incapace di <strong>strategie</strong> di crescita<br />
svincolate (almeno parzialmente) dall'aiuto pubblico.<br />
La valutazione dei benefici ambientali, come metodo <strong>per</strong> su<strong>per</strong>are la<br />
polemica sulla disponibilità di fondi pubblici e quella sui pagamenti troppo bassi o<br />
troppo alti, ha suscitato un certo interesse. Da molte parti è venuta la proposta di<br />
individuare degli indicatori agroambientali che consentano di quantificare in modo<br />
trasparente i benefici derivanti dall'adozione del metodo bio<strong>lo</strong>gico rispetto a quanti<br />
mantengono i sistemi di produzione convenzionali o rispetto ad altri tipi di misure<br />
agroambientali. Esistono già diversi progetti di ricerca sull'argomento e anche<br />
qualche es<strong>per</strong>ienza pi<strong>lo</strong>ta. Forse, la sfida più grande è quella di individuare un<br />
insieme di indicatori relativamente facili da rilevare e interpretare. La stima di<br />
questi indicatori può essere utile anche <strong>per</strong> capire fino a che punto sistemi<br />
produttivi olistici, come l'agricoltura bio<strong>lo</strong>gica, sono in grado di raggiungere<br />
determinati risultati ambientali rispetto all'adozione di singole pratiche agricole.<br />
Sempre in tema di benefici ambientali, si è sottolineato che l'attuale sistema<br />
di certificazione si potrebbe avvantaggiare di alcune procedure tipiche della<br />
certificazione ambientale. Questo potrebbe avere risvolti positivi sia <strong>per</strong> una<br />
maggiore qualificazione dell'attuale sistema di certificazione bio<strong>lo</strong>gica, sia <strong>per</strong> un<br />
miglioramento dell'immagine del prodotto bio<strong>lo</strong>gico, sano ma anche sostenibile. <strong>Le</strong><br />
sinergie con la realizzazione degli indicatori agroambientali sono evidenti: gran<br />
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