Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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6.4.2 Razionalizzazione e semplificazione dell’intervento pubblico<br />
L’esigenza maggiormente sentita in questo contesto è quella di una maggiore<br />
chiarezza sugli obiettivi pubblici relativi all’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica e di una maggiore<br />
coerenza con questi degli strumenti utilizzati. Succede infatti talvolta che le misure<br />
prese in diversi campi risultino incoerenti. Occorre in particolare distinguere fra<br />
interventi ambientali, di mercato e di filiera. Coi primi si devono intendere gli<br />
interventi che hanno l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale della produzione<br />
agricola tramite le tecniche bio<strong>lo</strong>giche; in quanto tali sono strettamente legati<br />
all’effetto che queste pratiche hanno sull’ambiente, e sono necessariamente<br />
connessi anche alla dimensione della su<strong>per</strong>ficie interessata. I secondi sono<br />
indirizzati ad incrementare il consumo di prodotti bio<strong>lo</strong>gici fra la popolazione in<br />
generale. I terzi mirano a favorire l’organizzazione coerente della filiera, <strong>per</strong><br />
su<strong>per</strong>are gli ostacoli che si frappongono a che offerta e domanda si incontrino.<br />
Nel complesso, le politiche pubbliche appaiono eccessivamente attente<br />
all’incentivazione della produzione, mentre occorrerebbe dare maggiore peso agli<br />
interventi di organizzazione della filiera. Lo scopo è di aumentare il numero di<br />
aziende che producono bio<strong>lo</strong>gico in base alla convenienza di mercato, e non<br />
esclusivamente <strong>per</strong>ché incentivate dai sussidi. Una politica di investimento<br />
nell’organizzazione della filiera, del tipo appena illustrato, potrebbe essere<br />
maggiormente efficace nel determinare la sostenibilità economica a lungo termine<br />
dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica.<br />
Inoltre appare necessario curare l’efficienza e l’efficacia degli interventi.<br />
Troppo spesso sotto l’etichetta di sostegno all’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica sono attuati<br />
interventi che in realtà sono semplici trasferimenti di reddito che, pur politicamente<br />
legittimi, andrebbero attuati con altri strumenti, finalizzando invece più<br />
precisamente il sostegno all’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica ai fini ambientali che ne<br />
giustificano il supporto pubblico. A questo proposito le raccomandazioni che<br />
possono essere avanzate sono:<br />
- evitare sussidi a produzioni già “naturalmente” bio<strong>lo</strong>giche. Se <strong>lo</strong> scopo del<br />
sostegno all’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica è quel<strong>lo</strong> di avere un minore impatto ambientale,<br />
sussidiare la produzione bio<strong>lo</strong>gica quando questa non comporta un suo<br />
miglioramento sostanziale implica uno spreco di risorse pubbliche ed un puro<br />
trasferimento di reddito;<br />
- dimensionare gli aiuti concessi ad altre tecniche agricole all’effetto ambientale<br />
prodotto, <strong>per</strong> evitare forme di concorrenza distorta: ci si riferisce qui in<br />
particolare alla produzione integrata, le cui differenze con l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica<br />
vanno tenute presenti nel decidere i livelli di sostegno, oltre che<br />
nell’implementare politiche di marketing a <strong>lo</strong>ro favore che rischiano di spiazzare i<br />
prodotti bio<strong>lo</strong>gici;<br />
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