Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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È chiaro che questi dilemmi sono presenti soprattutto in quei gruppi di<br />
consumatori che abbiamo definito ‘altruisti’, mentre dobbiamo supporre che gli<br />
‘utilitaristi’ non si pongano troppe domande al di là della qualità del prodotto e dei<br />
suoi effetti sul benessere individuale.<br />
Questi dilemmi possono attivare nuove <strong>strategie</strong> di mercato. Ripescando un<br />
termine caro al settore bio<strong>lo</strong>gico, sembra che la strategia debba essere “olistica” e<br />
non ad excludendum, con aziende che trovano la propria dimensione nell’ambito<br />
della filiera corta ed altre che la trovano in filiere efficienti, anche se più lunghe.<br />
Non possiamo dimenticare, infatti, che la spinta evolutiva del settore è<br />
dovuta anche alla capacità di creare va<strong>lo</strong>re <strong>per</strong> il consumatore, ovvero mantenere<br />
differenziali di prezzo di fronte a consumatori disponibili a pagarli oppure ridurre il<br />
prezzo a fronte dell’eliminazione di componenti non necessarie del prodotto. Tra le<br />
nuove <strong>strategie</strong>, che possiamo definire come Bio+, notiamo già oggi l’emergere di<br />
prodotti bio<strong>lo</strong>gici che si caratterizzano <strong>per</strong> la va<strong>lo</strong>rizzazione della diversità, <strong>per</strong> la<br />
stagionalità e la tradizionalità, oppure prodotti sfusi o con un basso livel<strong>lo</strong> di<br />
trasporto, trasformazione e manipolazione (come nell’azienda agricola regionale di<br />
Alberese). Nonostante che il <strong>lo</strong>ro rilievo economico sia limitato, esse possono<br />
avere un impatto sull’evoluzione del sistema non so<strong>lo</strong> <strong>per</strong> la possibile crescita<br />
quantitativa ma anche <strong>per</strong> la possibile adozione di tali <strong>strategie</strong> da parte di attori più<br />
grandi.<br />
IL CASO DELL’AZIENDA REGIONALE AGRICOLA DI ALBERESE<br />
L'azienda, al fine di va<strong>lo</strong>rizzare e promuovere le produzioni tipiche <strong>lo</strong>cali<br />
unitamente alla sco<strong>per</strong>ta del territorio del Parco della Maremma in cui l’azienda è<br />
<strong>lo</strong>calizzata con i suoi 4.600 ha, ha avviato dei <strong>per</strong>corsi di degustazione ambientale<br />
che consentano di “raccontare il territorio” anche tramite l’assaggio dei suoi<br />
prodotti. È importante sottolineare, tuttavia, come tale attività si realizzi in più<br />
contesti, ossia sia in azienda che altrove, così da favorire una più vasta conoscenza<br />
dei prodotti maremmani, e quindi del territorio in cui si producono, da parte dei<br />
consumatori, evidenziandone la sostenibilità dal punto di vista non so<strong>lo</strong> ambientale<br />
ma anche economico e socio-culturale. Se realizzata presso l’azienda, alla<br />
degustazione dei prodotti presso il punto vendita aziendale si affianca l’escursione<br />
al Centro aziendale di S<strong>per</strong>golaia, dove si visitano gli annessi (selleria e granaio<br />
Lorenese) e si incontrano i butteri, che illustrano le attività e i metodi tradizionali<br />
secondo cui i cavalli e le vacche maremmani dell’azienda vengono ancora allevati.<br />
Giornate di Degustazione ambientale, inoltre, sono state organizzate presso le<br />
Università di Firenze, Pisa e Siena. Presso le stesse università sono stati realizzati<br />
anche dei corsi rivolti ai cuochi delle mense <strong>per</strong> apprendere a cucinare,<br />
va<strong>lo</strong>rizzandole, anche le parti meno pregiate della vacca maremmana (quarti<br />
anteriori). L’azienda ha anche stipulato una convenzione con le Antiche Terme di<br />
Sorano, che prevede uno scambio reciproco di servizi ai rispettivi clienti e <strong>lo</strong><br />
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