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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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nella determinazione delle qualità del prodotto agrico<strong>lo</strong>, può trasmettere un<br />

messaggio relativo alla <strong>lo</strong>calizzazione geografica, al richiamo alla terra, alla<br />

rilevanza del suo<strong>lo</strong> e del clima ed è quindi indipendente dalle imprese produttrici e<br />

distributrici.<br />

In Italia una quota leggermente inferiore all’1% delle aziende bio<strong>lo</strong>giche ha<br />

adottato un disciplinare privato sottostante a un marchio collettivo, nel pieno<br />

rispetto dei requisiti della normativa comunitaria.<br />

9.3.3 I marchi nazionali<br />

In ambito europeo, accanto ai marchi commerciali si registrano diverse<br />

es<strong>per</strong>ienze di va<strong>lo</strong>rizzazione delle produzioni bio<strong>lo</strong>giche volte a garantire la qualità<br />

delle produzioni attraverso l’impiego di marchi nazionali, alcune delle quali<br />

realizzate addirittura prima della istituzionalizzazione comunitaria del metodo di<br />

produzione bio<strong>lo</strong>gico dei prodotti agricoli (reg. CEE 2092/91). In particolare, in<br />

Francia, Danimarca, Austria e Germania sono stati istituiti tra il 1980 e il 1990,<br />

marchi collettivi pubblici nazionali, mentre la Spagna, a partire dal 1993, ha<br />

promosso l’istituzione di alcuni marchi regionali.<br />

L’adesione ai marchi pubblici, promossi con risorse pubbliche, avviene<br />

esclusivamente su base vo<strong>lo</strong>ntaria e, al fine di non penalizzare economicamente le<br />

imprese licenziatarie, i regolamenti d’uso non prevedono il rispetto di standard più<br />

restrittivi di quelli stabiliti nei vigenti regolamenti europei.<br />

La motivazione di fondo della realizzazione dei marchi pubblici si basa su<br />

una scelta strategica di marketing istituzionale <strong>per</strong> identificare la produzione<br />

bio<strong>lo</strong>gica di ciascun Paese con un simbo<strong>lo</strong> univoco in grado di frenare la tendenza<br />

a standardizzare l’immagine del bio<strong>lo</strong>gico e garantire la specificità del prodotto<br />

nazionale, con materie prime rintracciabili e di cui sia va<strong>lo</strong>rizzata la provenienza.<br />

La funzione del titolare del marchio, che a seconda dei casi si identifica con il<br />

ministero dell’agricoltura, con un ente regionale o con un’altra istituzione pubblica,<br />

è quella di garantire al consumatore finale le caratteristiche qualitative intrinseche<br />

del prodotto bio<strong>lo</strong>gico e indur<strong>lo</strong> ad avere fiducia nel marchio istituzionale pubblico,<br />

in termini di garanzia, sicurezza e controlli. In Francia, Danimarca e Spagna il<br />

marchio bio<strong>lo</strong>gico pubblico si configura come un marchio di certificazione di<br />

garanzia (della natura, dell’origine, della qualità dei prodotti bio<strong>lo</strong>gici) presentando<br />

caratteristiche più incisive del semplice marchio collettivo; invece, le legislazioni<br />

di Austria e Germania, come quella italiana, non prevedono alcuna distinzione tra<br />

marchio di certificazione di garanzia e marchio collettivo che confluiscono<br />

nell’unica categoria di marchio collettivo.<br />

Nella tabella 9.1 si riporta un quadro sinottico dei principali elementi<br />

distintivi dei marchi pubblici istituiti nei Paesi UE. Per ciascuno di questi marchi<br />

sono stati analizzati il regolamento d’uso, la gestione del marchio, le condizioni <strong>per</strong><br />

il suo utilizzo, il campo di applicazione, le procedure <strong>per</strong> la domanda di<br />

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