Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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e Alce Nero & Mielizia che o<strong>per</strong>a in più segmenti merceo<strong>lo</strong>gici), mentre più<br />
diffuse sono le politiche di insegna attuate tramite le private label nella GDO e nel<br />
canale specializzato (su<strong>per</strong>mercati NaturaSì). Per le insegne, infatti, il bio<strong>lo</strong>gico<br />
rappresenta un fattore differenziante di rilievo in quanto, accoppiato alla marca<br />
commerciale, è un va<strong>lo</strong>re che sul<strong>lo</strong> scaffale si comunica da sé ed è direttamente<br />
<strong>per</strong>cepibile dal consumatore (Torazza, 2009).<br />
Inoltre, poiché il mercato del bio<strong>lo</strong>gico si presenta molto polverizzato e la<br />
competizione avviene anche tra prodotti bio<strong>lo</strong>gici e convenzionali, la <strong>per</strong>cezione<br />
che il consumatore ha del livel<strong>lo</strong> qualitativo e dei va<strong>lo</strong>ri del prodotto bio<strong>lo</strong>gico<br />
commercializzato con un determinato marchio e comunicato con un’adeguata<br />
politica di marca, rappresenta la “reputazione” di quel marchio e dunque la<br />
reputazione di chi ha la titolarità del marchio (impresa, insegna o addirittura<br />
istituzione nel caso di marchio collettivo pubblico). La reputazione rafforza il<br />
rapporto di fiducia con il consumatore, orientando<strong>lo</strong> nelle sue scelte e consolidando<br />
il marchio sul mercato.<br />
L’uso del <strong>lo</strong>go o marchio collettivo nazionale, quindi, si profila come<br />
un’opportunità in grado di migliorare la capacità di penetrazione del prodotto a<br />
marchio sul mercato e può offrire l’occasione <strong>per</strong> cogliere nuovi spazi-canali di<br />
mercato, anche sottraendoli agli ana<strong>lo</strong>ghi prodotti convenzionali, aumentando il<br />
peso dell’intero settore bio<strong>lo</strong>gico sui consumi domestici. In questo senso, il <strong>lo</strong>go o<br />
marchio collettivo pubblico può su<strong>per</strong>are, o quanto meno ridurre, l’asimmetria<br />
informativa produttore/consumatore attraverso una maggiore trasparenza di<br />
mercato. Perché ciò si verifichi è tuttavia necessario, l’intervento delle istituzioni<br />
pubbliche che sono in grado di assicurare la conformità dei prodotti bio<strong>lo</strong>gici a<br />
marchio nazionale a elevati standard di qualità codificati in un apposito<br />
disciplinare. Mentre la giusta comunicazione, va sottolineato, è fondamentale<br />
<strong>per</strong>ché il marchio può essere oggetto di equivoci e generalizzazioni, in quanto i<br />
consumatori potrebbero non interpretare bene il suo significato o ignorare le<br />
informazioni presenti in etichetta.<br />
Di contro, l’introduzione di un <strong>lo</strong>go o marchio collettivo nazionale - anche se<br />
finalizzato a recu<strong>per</strong>are le specificità del bio<strong>lo</strong>gico che rischiano di essere<br />
stem<strong>per</strong>ate dalla tendenza all’omo<strong>lo</strong>gazione <strong>per</strong> effetto della crescita del mercato -<br />
potrebbe portare a un’ulteriore segmentazione del settore dove già i prodotti a<br />
marchio industriale e commerciale (private label delle insegne della GDO) creano<br />
più posizioni di nicchia <strong>per</strong> livel<strong>lo</strong> di reddito.<br />
Una minaccia, inoltre, può essere rappresentata dal fatto che il <strong>lo</strong>go<br />
nazionale va ad aggiungersi ai già numerosi marchi e diciture presenti sui prodotti<br />
bio<strong>lo</strong>gici pre-confezionati e questo, in assenza di un’adeguata comunicazione,<br />
potrebbe creare ulteriore confusione nei consumatori e un possibile appesantimento<br />
di oneri burocratici e costi aggiuntivi <strong>per</strong> l’impresa. Tutto ciò, inoltre, potrebbe<br />
tradursi in un incremento della forbice tra prezzi alla produzione e prezzi al<br />
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