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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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primario un ruo<strong>lo</strong> essenziale nella protezione dell’ambiente e nella salvaguardia<br />

della salubrità alimentare (tab. 4.6). In essa è forte il legame con il territorio, che si<br />

traduce nel recu<strong>per</strong>o di vecchie varietà o razze (agrobiodiversità), meglio<br />

conosciute ed apprezzate dai consumatori <strong>lo</strong>cali. Ciò è di stimo<strong>lo</strong> alla creazione di<br />

iniziative di filiera corta o cortissima, che se <strong>per</strong> un verso conducono al ripristino<br />

del legame tra città e campagna, <strong>per</strong> altro verso rimarcano una immagine olistica<br />

dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica, che sposa qualità del prodotto con la qualità<br />

dell’ambiente e l’equità sociale.<br />

Un’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica “multifunzionale” si presenta come il model<strong>lo</strong><br />

maggiormente sostenibile nell’ottica della mitigazione dei cambiamenti climatici<br />

ed il fulcro <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di nuove politiche territoriali integrate aggregando<br />

settori tradizionalmente separati (es. DG Agri, DG Env, DG Sanco). Non è poi da<br />

trascurare l’opportunità che essa può offrire di sviluppare nuovi marchi e schemi di<br />

certificazione (di prodotto), con la concreta possibilità di creare reddito e imprese<br />

in territori marginali.<br />

Tuttavia, accanto alla difficoltà di offrire dimensioni adeguate ad<br />

interfacciarsi con la grande distribuzione, questo tipo di agricoltura bio<strong>lo</strong>gica<br />

presenta un ulteriore limite, costituito da un approccio spesso non propriamente<br />

scientifico e più legato alla pratica ed alle consuetudini, che riduce l’importanza<br />

dell’aggiornamento tecnico. In questo modo possono concretizzarsi i rischi di una<br />

scarsa a<strong>per</strong>tura verso le innovazioni e di trasmettere nell’opinione pubblica<br />

esclusivamente la convinzione di un ritorno al passato.<br />

Sintesi: Per la tipo<strong>lo</strong>gia di agricoltura bio<strong>lo</strong>gica definita come “specializzata” i<br />

punti di forza coincidono con un profi<strong>lo</strong> più marcatamente professionale assunto<br />

dagli o<strong>per</strong>atori (tab. 4.7). Attraverso un più efficiente uso dei fattori della<br />

produzione l’o<strong>per</strong>atore bio<strong>lo</strong>gico ricerca la massimizzazione del suo reddito da<br />

lavoro, che costituisce un elemento essenziale <strong>per</strong> <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del settore. Al<strong>lo</strong><br />

stesso tempo, tale condizione è garanzia di un’attività economica durevole e capace<br />

di assicurare la costanza dell’offerta di prodotto bio<strong>lo</strong>gico <strong>per</strong> il consumatore, con<br />

la conseguente sua fidelizzazione verso il marchio aziendale e la possibilità di<br />

diffondere il consumo su larga scala dei prodotti bio (es. mense), magari cogliendo<br />

le opportunità offerte dai nuovi spazi/canali di mercato (export, e-commerce).<br />

L’o<strong>per</strong>atore bio<strong>lo</strong>gico sceglie in questo tipo di agricoltura di confrontarsi<br />

a<strong>per</strong>tamente con il mercato, esponendosi maggiormente alle dinamiche del mercato<br />

g<strong>lo</strong>bale, non sempre facilmente prevedibili, e accettando le regole da esso imposte,<br />

anche a scapito della qualità organolettica quando troppo legata agli schemi<br />

convenzionali della distribuzione (es. raccolta anticipata dei prodotti ortofrutticoli).<br />

<strong>Le</strong> scelte tecniche o<strong>per</strong>ate possono condurre ad un approccio di sostituzione, spesso<br />

con la possibilità di un più facile utilizzo di mezzi tecnici (concimi, agrofarmaci<br />

naturali) di dubbia qualità e profi<strong>lo</strong> ecotossico<strong>lo</strong>gico. Il conseguente impatto<br />

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