Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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9.3.4 Il <strong>lo</strong>go nazionale<br />
Obiettivi e coerenza del <strong>lo</strong>go nazionale con le politiche <strong>per</strong> la qualità e la sicurezza<br />
alimentare. Negli ultimi anni la produzione agricola bio<strong>lo</strong>gica italiana ha avuto un<br />
forte <strong>sviluppo</strong> ma il consumo di questi prodotti, seppure in crescita (+5,4% nel<br />
2008 e +7,4% nel primo semestre del 2009, secondo i dati ISMEA), rimane ancora<br />
<strong>lo</strong>ntano dai livelli raggiunti in altri Paesi europei, particolarmente in Germania e<br />
nel Regno Unito 68 . Nel nostro Paese il settore sconta una certa confusione e<br />
disinformazione, conseguenza anche di politiche di promozione non sempre<br />
tempestive ed efficaci, e la contemporanea presenza sul mercato di più marchi che<br />
esprimono la valenza ambientale dei prodotti e che coesistono anche con prodotti a<br />
marchio di fantasia 69 che poco hanno a che fare con le produzioni certificate<br />
secondo il reg. CE 834/2007.<br />
Inoltre, come si è avuto modo di evidenziare nelle pagine precedenti, la<br />
presenza di numerosi Organismi di control<strong>lo</strong> sui prodotti bio<strong>lo</strong>gici 70 - i quali<br />
possono apporre sulla confezione a marchio individuale o collettivo il proprio<br />
marchio - e dei marchi della GDO (private label) - che si sostituiscono alla<br />
denominazione dell’azienda agricola che ha prodotto le materie prime - fanno sì<br />
che i consumatori incontrino non poche difficoltà nella identificazione delle<br />
caratteristiche dei marchi industriali e commerciali, del<strong>lo</strong> stesso <strong>lo</strong>go bio<strong>lo</strong>gico<br />
comunitario e delle altre attestazioni di certificazione dei processi di produzione<br />
legate a forme di agricoltura sostenibili (agricoltura integrata, agricoltura<br />
biodinamica, commercio equo e solidale).<br />
La sostenibilità ambientale della produzione bio<strong>lo</strong>gica può inoltre essere<br />
compromessa dalle stesse pratiche legate alla gestione della filiera, non sempre<br />
rispondenti, minando la credibilità sulle potenziali caratteristiche vantaggiose dei<br />
prodotti. E’ il caso di processi che generano un’alta <strong>per</strong>centuale di scarti, di un uso<br />
eccessivo di materiali <strong>per</strong> il confezionamento, di una distanza elevata tra aree di<br />
produzione e luogo di vendita.<br />
L’esigenza di eliminare - o quanto meno ridurre - l’asimmetria informativa<br />
sulle peculiarità dei prodotti agricoli e zootecnici bio<strong>lo</strong>gici si fonde con l’esigenza<br />
di assegnare una vera e propria carta di identità al prodotto bio<strong>lo</strong>gico che, a causa<br />
dell’aumento dell’offerta, rischia di soggiacere a un processo di standardizzazione.<br />
In uno scenario di mercato in cui le pressioni provenienti dai meccanismi della<br />
68 In Italia il consumo di prodotti bio<strong>lo</strong>gici sul totale dei consumi alimentari è stimata da IFOAM intorno al 3%<br />
69 Generic/primo prezzo con nomi come “genuino”, “tradizionale”, “naturale”, “eco<strong>lo</strong>gico”, “della nonna”,<br />
“come una volta”, ecc.<br />
70 In Italia al 15/04/2010 risultavano 16 Organismi di control<strong>lo</strong> - 12 autorizzati ad o<strong>per</strong>are sull’intero territorio<br />
nazionale e 4 autorizzati ad o<strong>per</strong>are esclusivamente nella Provincia Autonoma di Bolzano - accreditati<br />
secondo la versione più recente della norma EN 45011 da Accredia (ex Sincert), l’unico organismo nazionale<br />
italiano autorizzato, con decreto interministeriale del 22 dicembre 2009, a svolgere attività di accreditamento<br />
in conformità al regolamento CE 765/2008, ai sensi dell’artico<strong>lo</strong> 4, comma 4, della legge 99/2009.<br />
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