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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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delineare un quadro sintetico delle variabili interne ed esterne al sistema che<br />

possono influenzare la fattibilità del <strong>lo</strong>go.<br />

In particolare, nella tabella 9.10 si riportano:<br />

- gli elementi che nell’immediato futuro potranno condizionare, positivamente o<br />

negativamente, la possibilità di creare un segno grafico o un marchio nazionale a<br />

supporto del<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> del settore;<br />

- le opportunità che il bio<strong>lo</strong>gico nazionale dovrà essere in grado di cogliere, ma<br />

anche i vincoli che ne indirizzeranno o limiteranno l’adozione.<br />

Tra i punti di debolezza si segnalano il vinco<strong>lo</strong> alle norme comunitarie al<br />

quale devono sottostare gli elementi distintivi <strong>per</strong> la costituzione del <strong>lo</strong>go o del<br />

marchio nazionale - in particolare al Trattato UE e agli Orientamenti in materia di<br />

Aiuti di Stato <strong>per</strong> il rispetto della libera circolazione delle merci - e la presenza di<br />

altri strumenti <strong>per</strong> va<strong>lo</strong>rizzare l’origine territoriale dei prodotti (reg. CE 510/2006<br />

relativo alle DOP/IGP) che, come detto, non è possibile comunicare attraverso un<br />

marchio collettivo pubblico. In particolare, si evidenziano i possibili timori degli<br />

o<strong>per</strong>atori di tutta la filiera <strong>per</strong> aggravi economici ed organizzativi sia nel caso di un<br />

semplice <strong>lo</strong>go grafico sia nel caso di adesione a un marchio collettivo che preveda<br />

norme più rigorose di quelle comunitarie in materia di agricoltura bio<strong>lo</strong>gica. Tra<br />

l’altro, la frammentazione della base produttiva, caratteristica comune a tutto il<br />

sistema agro-alimentare italiano, potrebbe costituire un limite alla creazione di un<br />

disciplinare di produzione che accomuni le richieste di o<strong>per</strong>atori diversi e, al<strong>lo</strong><br />

stesso tempo, potrebbe non garantire una rapida diffusione di un <strong>per</strong>corso di<br />

va<strong>lo</strong>rizzazione.<br />

Un ulteriore punto di debolezza è rappresentato dalla difficoltà di col<strong>lo</strong>care<br />

in etichetta, oltre a una serie di diciture testuali previste <strong>per</strong> legge, una pluralità di<br />

marchi, <strong>lo</strong>ghi e pittogrammi che norme cogenti, obblighi tecnici e usi consolidati<br />

impongono: si tratta, tra l’altro, del pittogramma eco<strong>lo</strong>gico che invita a non<br />

dis<strong>per</strong>dere l’imballaggio nell’ambiente, il bol<strong>lo</strong> sanitario, il pittogramma che<br />

assicura l’utilizzo di materiale <strong>per</strong> imballi idoneo all’uso alimentare, l’esagono che<br />

dettaglia il materiale d’imballaggio, il codice a barre, il <strong>lo</strong>go dell’eventuale DOP o<br />

IGP e il <strong>lo</strong>go del Consorzio di tutela della DOP o IGP.<br />

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