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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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spandimento.<br />

5. Nuovi prodotti di derivazione vegetale<br />

(borlande, ecc.) o da settori vicini (es.<br />

digestato, impianti biogas).<br />

6. Riduzione dei costi.<br />

4. Uso eccessivo.<br />

5. Tralasciare le tecniche agroeco<strong>lo</strong>giche<br />

dirette all’incremento della fertilità dei<br />

terreni.<br />

6. Perdita d’identità del settore bio, che<br />

diventa simile all'integrato.<br />

Sintesi: i fertilizzanti e ammendanti organici, re<strong>per</strong>ibili sul mercato con facilità e in<br />

molteplici forme, hanno contribuito sensibilmente al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dei sistemi<br />

bio<strong>lo</strong>gici negli ultimi anni e di un’industria ad hoc, che <strong>per</strong>mette di riciclare diversi<br />

sottoprodotti della filiera agroindustriale. Tuttavia, esistono diverse incognite sulla<br />

<strong>lo</strong>ro qualità e modalità d’uso, in parte dipendenti da una normativa poco chiara, che<br />

possono determinare rischi d’impatto ambientale tutt’altro che trascurabili,<br />

soprattutto in ordinamenti ortofrutticoli fortemente orientati al mercato nazionale o<br />

internazionale. Pertanto, è auspicabile un uso maggiormente oculato di questi<br />

mezzi tecnici, evitandone l’impiego esclusivo e integrando<strong>lo</strong> con quel<strong>lo</strong> di mezzi<br />

agroeco<strong>lo</strong>gici <strong>per</strong> il mantenimento della fertilità del suo<strong>lo</strong>.<br />

Tema 4: La difesa delle colture bio<strong>lo</strong>giche<br />

Uno dei problemi di ordine tecnico-agronomico che turba maggiormente i<br />

sonni degli agricoltori bio<strong>lo</strong>gici è la difesa delle colture da piante infestanti, insetti,<br />

patogeni e altri organismi nocivi. Tuttavia, l'importanza relativa dei diversi agenti<br />

dannosi cambia a seconda dell'ordinamento produttivo. La gestione della difesa<br />

delle colture in bio implica un cambiamento radicale di paradigma: dalla scelta del<br />

miglior principio attivo o miscela (approccio "curativo", tipico dei sistemi<br />

convenzionali) al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di <strong>strategie</strong> integrate di gestione che privilegino la<br />

prevenzione del danno. Nella tabella 4.4 è possibile osservare i risultati dell'analisi<br />

SWOT.<br />

Sintesi: i mezzi preventivi <strong>per</strong> la difesa delle colture sono senz’altro più in linea<br />

con la fi<strong>lo</strong>sofia di gestione dei sistemi bio<strong>lo</strong>gici, che dovrebbe tendere a ridurre al<br />

minimo l’utilizzo di mezzi tecnici di origine extra-aziendale, rispetto all’impiego di<br />

mezzi “naturali” il cui profi<strong>lo</strong> ecotossico<strong>lo</strong>gico è spesso ambiguo. Tuttavia, al<br />

momento le scarse conoscenze scientifiche del settore ne precludono un utilizzo su<br />

larga scala, a causa dell’incertezza sull’efficacia di control<strong>lo</strong> e sui costi, oltre che<br />

all’assenza di tecnici sufficientemente qualificati. L’inserimento in azienda di<br />

infrastrutture eco<strong>lo</strong>giche quali siepi, fasce boscate o inerbite può rappresentare al<br />

contempo un rischio, introducendo elementi di rigidità nella struttura fondiaria, e<br />

un’interessante opportunità in ottica multifunzionale, legando la funzione<br />

produttiva a quella della conservazione di habitat e specie (“biodiversità<br />

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