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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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degli allevamenti zootecnici, e in questi casi si guarda al model<strong>lo</strong> bio<strong>lo</strong>gico come<br />

riferimento necessario.<br />

5.2.3 La qualità del terreno<br />

<strong>Le</strong> varie forme di agricoltura conservativa fanno riferimento al suo<strong>lo</strong> come<br />

ad un organismo vivente e non come a un semplice substrato o a un mezzo <strong>per</strong> la<br />

crescita delle piante, <strong>per</strong> evidenziarne l’infinita variazione di innumerevoli variabili<br />

a cui è soggetto e dunque la complessità agroecosistemica. Molte definizioni di<br />

qualità del suo<strong>lo</strong> si riferiscono a tre funzioni: i) produttività; ii) ambiente iii) salute<br />

dell’uomo, degli animali e delle piante (Doran et al. 1996). In questa ottica la<br />

qualità del suo<strong>lo</strong> implica:<br />

- gli aspetti fisici, principalmente le proprietà di struttura del terreno, che variano<br />

in funzione della tessitura, della capacità di ritenzione idrica e della densità<br />

apparente e porosità;<br />

- gli aspetti chimici, ovvero la capacità del suo<strong>lo</strong> di fornire nutrienti <strong>per</strong> le piante;<br />

- gli aspetti bio<strong>lo</strong>gici, che esprimono la funzione del terreno di ospitare organismi<br />

e si misurano attraverso il parametro della biomassa microbica<br />

- la presenza di contaminanti, aspetto che esprime il grado di intossicazione del<br />

suo<strong>lo</strong>, spesso trascurato ma che risulta importante soprattutto dopo molti anni di<br />

agricoltura convenzionale intensiva.<br />

In agricoltura bio<strong>lo</strong>gica il mantenimento di una adeguata qualità del suo<strong>lo</strong><br />

costituisce tuttora un problema non completamente risolto. Un fatto rilevante è che<br />

la maggioranza delle aziende bio<strong>lo</strong>giche italiane non è dotata di allevamento<br />

animale, che consentirebbe di mantenere un sistema più equilibrato: la produzione<br />

interna di letame renderebbe infatti l’azienda bio<strong>lo</strong>gica di fatto indipendente dai<br />

concimi di sintesi o dagli altri input esterni di fertilità. È quindi necessario o<strong>per</strong>are<br />

su due fronti: da una parte mettere a punto e far applicare tecniche agronomiche<br />

che <strong>per</strong>mettano il mantenimento della fertilità e qualità del suo<strong>lo</strong> e dall’altra fare<br />

uno screening efficiente e su basi scientifiche del comparto dei concimi organici<br />

disponibili sul mercato <strong>per</strong> dare corrette indicazioni agli o<strong>per</strong>atori.<br />

Prima di iniziare una conversione aziendale verso l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica è<br />

bene verificare il va<strong>lo</strong>re dei parametri relativi alle più importanti caratteristiche del<br />

suo<strong>lo</strong> e, se necessario, riprogettare il sistema e modificare la tecnica gestionale <strong>per</strong><br />

raggiungere va<strong>lo</strong>ri accettabili.<br />

I metodi <strong>per</strong> quantificare questi parametri provengono in genere da studi<br />

riduzionistici ma possono anche derivare da approcci alternativi quali l’analisi della<br />

qualità secondo l’agricoltura biodinamica. Quest’ultima - che pone la questione<br />

della qualità della materia in contrapposizione con la misurazione della quantità<br />

degli elementi che la compongono - prevede tre metodo<strong>lo</strong>gie che si basano<br />

sull’analisi morfo<strong>lo</strong>gica (picture-forming method), effettuata <strong>per</strong> la prima volta<br />

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