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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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Questi, inoltre, si mostra più attento a ciò che mangia, acquistando magari minori<br />

quantità di cibo ma cercando in essi una parte emozionale, che ha nel gusto,<br />

nell’es<strong>per</strong>ienza e nel rispetto dell’ambiente il suo centro (Fabris, 2009).<br />

Anche verso i prodotti bio<strong>lo</strong>gici il consumatore è spinto a cercare il legame<br />

con il territorio, apprezzandone la storia che c’è dietro, non so<strong>lo</strong> riguardo al<br />

processo produttivo e al <strong>per</strong>corso del prodotto dal luogo di produzione alla tavola<br />

ma anche in termini di cultura, tradizioni e va<strong>lo</strong>ri ambientali, etici e sociali.<br />

I consumatori più attenti e sensibili, <strong>per</strong>tanto, tendono a cercare nei prodotti<br />

bio<strong>lo</strong>gici soddisfazione a una molteplicità di bisogni, soprattutto:<br />

- di sicurezza alimentare, in termini di caratteristiche igieniche e nutrizionali,<br />

anche in conseguenza di numerosi episodi di sofisticazione e contraffazione dei<br />

cibi e delle emergenze sanitarie degli ultimi anni, come l’encefa<strong>lo</strong>patia<br />

spongiforme bovina (BSE) e l’influenza aviaria;<br />

- di sostenibilità ambientale, in termini di mantenimento della fertilità del suo<strong>lo</strong>,<br />

uso prevalente di risorse rinnovabili e <strong>lo</strong>cali, rispetto <strong>per</strong> le condizioni di vita<br />

degli animali allevati;<br />

- etici e sociali: dal rispetto dei diritti dei lavoratori, alla creazione di rapporti con<br />

la comunità, agli impatti sul cambiamento climatico in termini di riduzione di gas<br />

serra, sia dal lato delle metodiche di produzione sia dal lato delle modalità con<br />

cui i prodotti bio<strong>lo</strong>gici vengono distribuiti e commercializzati, promuovendo tra<br />

l’altro i consumi <strong>lo</strong>cali e la filiera corta.<br />

La fiducia dei consumatori che cercano nei prodotti bio<strong>lo</strong>gici soddisfazione a<br />

questi bisogni, con la richiesta di sempre maggiori informazioni e certezze, è<br />

alimentata da una forma di garanzia “istituzionale” di tutta la filiera, in quanto la<br />

legislazione comunitaria e nazionale disciplina la produzione, l’etichettatura, il<br />

control<strong>lo</strong> e la certificazione a cui devono adeguarsi tutti gli o<strong>per</strong>atori e importatori<br />

del bio<strong>lo</strong>gico.<br />

L’azienda che produce bio<strong>lo</strong>gico si deve assoggettare ad una certificazione<br />

rilasciata da un ente terzo accreditato, garantendo l’osservanza dei metodi di<br />

coltivazione e di trasformazione secondo le disposizioni del reg. (CE) 834/2007;<br />

<strong>per</strong>tanto, so<strong>lo</strong> il prodotto di cui gli Organismi nazionali di control<strong>lo</strong> autorizzati<br />

abbiano certificato la conformità alla normativa “dal seme al negozio” può vantare<br />

la sua caratteristica bio<strong>lo</strong>gica in etichetta e adottare il <strong>lo</strong>go bio<strong>lo</strong>gico dell’Unione<br />

europea (UE), unitamente all’indicazione dell’origine della materia prima 56 .<br />

La certificazione, <strong>per</strong>altro, non garantisce che le specifiche caratteristiche<br />

qualitative dell’alimento bio<strong>lo</strong>gico possono variare, essendo il risultato delle scelte<br />

o<strong>per</strong>ate dal produttore nelle tecniche agronomiche o di trasformazione adottate<br />

oppure potendo dipendere dal<strong>lo</strong> stesso contesto ambientale dell’area di produzione.<br />

Queste caratteristiche possono essere comunicate al consumatore attraverso il<br />

56 A partire dal 1° luglio 2010, come dispongono i regolamenti CE 967/2008 e CE 271/2010.<br />

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