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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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dell’adesione degli agricoltori a misure di sostegno a pratiche a basso impatto<br />

ambientale e all’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica. Wynn et al. (2001) trovano, fra i fattori che<br />

favoriscono l’adesione a programmi agro-ambientali in Scozia, l’ordinamento<br />

estensivo, l’informazione ricevuta, la giovane età degli agricoltori, dimensioni<br />

aziendali minori. Anche <strong>per</strong> Läpple e Donnellan (2009), in questo caso <strong>per</strong> le<br />

aziende irlandesi, gli ordinamenti estensivi favoriscono l’entrata nel bio<strong>lo</strong>gico.<br />

Defrancesco et al. (2008) stimano le variabili determinanti l’adesione a misure<br />

agro-ambientali in Veneto, e trovano che queste sono meno probabili in aziende ad<br />

alta intensità di lavoro e con redditi familiari fortemente dipendenti dall’attività<br />

agricola, mentre l’es<strong>per</strong>ienza precedente, la facilità di implementazione delle nuove<br />

pratiche e un’adeguata compensazione dei costi, oltre a fattori attitudinali e alle<br />

convinzioni <strong>per</strong>sonali, incoraggiano la partecipazione. Salvioni (2009) studia i<br />

fattori determinanti dell’adesione all’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica a partire dai dati della<br />

RICA, con la conclusione che, oltre al fattore maggiormente importante<br />

rappresentato dai sussidi, hanno un’influenza positiva sulle probabilità di adesione<br />

gli ordinamenti in frutta, agrumi e olivo, le dimensioni aziendali, la giovane età dei<br />

conduttori, mentre la pluriattività sembra diminuire la probabilità di adesione. I<br />

risultati relativi alla pluriattività non si riscontrano <strong>per</strong>altro fra tutti gli autori: ad<br />

esempio, né Burton et al. (2003) né Läpple e Donnellan (2009), né De Souza Filho<br />

et al. (1999) trovano un effetto significativo della pluriattività sull’adesione al<br />

bio<strong>lo</strong>gico (ma i secondi trovano che ne favorisce l’uscita). Anche il sesso del<br />

conduttore presenta effetti incerti: <strong>per</strong> alcuni autori la probabilità di adesione è<br />

maggiore <strong>per</strong> le donne, <strong>per</strong> altri questa variabile non è significativa.<br />

Molti di questi lavori poi analizzano l’influenza delle attitudini degli<br />

agricoltori rispetto ai temi ambientali e della <strong>lo</strong>ro rete di relazioni sull’adozione<br />

dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica, in generale trovando un effetto positivo di un<br />

atteggiamento attento all’ambiente; tuttavia, come osservano Burton et al. (2003), è<br />

difficile stabilire se le attitudini espresse al momento della rilevazione erano le<br />

stesse al momento dell’adozione o sono il risultato di un’evoluzione seguita<br />

all’adozione stessa.<br />

Tutti i fattori sopra indicati possono comunque essere componenti della<br />

scelta di conversione al bio<strong>lo</strong>gico; tuttavia l’elenco dei fattori non ci fornisce una<br />

gerarchia, e un’indicazione di quali sono i più importanti nel determinare quella<br />

scelta. Da questo punto di vista, conta molto anche la <strong>per</strong>cezione soggettiva degli<br />

o<strong>per</strong>atori, <strong>per</strong>ché sono <strong>lo</strong>ro che compiono le scelte.<br />

Una indicazione in questo senso ci viene fornita dalla citata indagine sulle<br />

aziende bio<strong>lo</strong>giche piemontesi (Corsi, 2007); a tutti gli agricoltori bio<strong>lo</strong>gici era<br />

stata rivolta una domanda tesa ad individuare quali, secondo <strong>lo</strong>ro, fossero i<br />

maggiori ostacoli al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica. Agli intervistati veniva<br />

chiesto di indicare il problema ritenuto più importante, e quel<strong>lo</strong> immediatamente<br />

successivo. La difficoltà principale è individuata negli sbocchi di mercato (28%<br />

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