Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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che determinano il trasporto di elementi nutritivi (soprattutto nitrati) al di sotto<br />
del<strong>lo</strong> strato interessato dall’assorbimento radicale. Ciò determina effetti negativi<br />
sulla fertilità chimica del suo<strong>lo</strong> e sull’inquinamento delle acque anche nel caso di<br />
fertilizzazione organica, che non consente di dosare con precisione le disponibilità<br />
di azoto minerale nel suo<strong>lo</strong>. Anche il metodo irriguo può essere importante, in<br />
quanto quelli <strong>lo</strong>calizzati consentono una maggiore precisione dei dosaggi, limitano<br />
la bagnatura del terreno alla zona radicale della specie coltivata e riducono <strong>lo</strong><br />
<strong>sviluppo</strong> della f<strong>lo</strong>ra infestante e di alcuni patogeni come la Phytophtora (Xie et al.,<br />
1999).<br />
<strong>Le</strong> lavorazioni, influenzando le condizioni di ossigenazione del terreno, sono<br />
la tecnica maggiormente responsabile della degradazione della sostanza organica,<br />
ma il <strong>lo</strong>ro ruo<strong>lo</strong> rimane insostituibile <strong>per</strong> aumentare la macroporosità e favorire<br />
l’infiltrazione dell’acqua nei suoli più compatti, <strong>per</strong> interrare fertilizzanti, biomasse<br />
e soprattutto semi delle infestanti (Fagnano e Quaglietta, 2004). Pertanto le scelte<br />
tecniche (motrice, ruote, attrezzo, profondità, intensità d’inversione degli strati,<br />
ecc.) devono essere effettuate considerando attentamente le priorità dei diversi<br />
sistemi colturali. I risultati spesso contrastanti riportati in letteratura sono proprio<br />
dovuti alle interazioni con le caratteristiche pedoclimatiche (tessitura, tipo di<br />
argilla, struttura, intensità, frequenza e distribuzione delle precipitazioni) e colturali<br />
(caratteristiche delle specie presenti in rotazione, gestione dei residui colturali) che<br />
possono modificare l’importanza relativa che i diversi fattori assumono<br />
nell’influenzare la fertilità (Bàrberi, 2006). La non lavorazione, che può favorire<br />
l'aumento della sostanza organica e della biomassa microbica, non è generalmente<br />
applicabile nei sistemi bio<strong>lo</strong>gici <strong>per</strong>ché determina uno <strong>sviluppo</strong> incontrollabile<br />
delle infestanti (Bàrberi e Lo Cascio, 2001). Inoltre, nei sistemi bio<strong>lo</strong>gici basati sul<br />
sovescio l'interramento, almeno su<strong>per</strong>ficiale, della biomassa vegetale è necessario<br />
<strong>per</strong> attivare il processo di mineralizzazione e quindi il rilascio degli elementi<br />
nutritivi dalla matrice.<br />
La pacciamatura è una pratica che dovrebbe sempre essere presente nelle<br />
aziende bio<strong>lo</strong>giche poiché limita <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> delle infestanti e, grazie alla riduzione<br />
delle fluttuazioni estreme di tem<strong>per</strong>atura e umidità del suo<strong>lo</strong>, migliora la fertilità<br />
bio<strong>lo</strong>gica e limita degradazione della sostanza organica, erosione, lisciviazione e<br />
volatilizzazione dell'N (Tu et al., 2006). Inoltre, essa riduce l’evaporazione del<br />
suo<strong>lo</strong>, determinando un aumento delle disponibilità idriche, dell’efficienza d’uso<br />
dell’acqua e della produzione (Khan, 2002). La co<strong>per</strong>tura del suo<strong>lo</strong> con film<br />
plastici si sta diffondendo anche nei sistemi bio<strong>lo</strong>gici grazie all’arrivo sul mercato<br />
di teli biodegradabili che non presentano i gravi problemi economici e ambientali<br />
del<strong>lo</strong> smaltimento delle plastiche.<br />
L’apporto di fertilizzanti commerciali organici potrebbe compensare i deficit<br />
di elementi nutritivi che tipicamente si riscontrano nei sistemi colturali<br />
mediterranei senza zootecnia. A parte il costo elevato, in parte ridotto negli ultimi<br />
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