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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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agroeco<strong>lo</strong>giche (sistemiche) <strong>per</strong> la gestione della fertilità del terreno o<br />

dell’allevamento e ai mezzi preventivi <strong>per</strong> la difesa dalle avversità delle colture o<br />

<strong>per</strong> le pato<strong>lo</strong>gie degli animali allevati. Gli aspetti relativi all’approccio<br />

agroeco<strong>lo</strong>gico sono attualmente largamente sottovalutati rispetto alla descrizione e<br />

all’elenco dei mezzi tecnici ammessi. La <strong>lo</strong>gica conseguenza di ciò è che il<br />

regolamento CE – seppur inconsapevolmente – incoraggia di fatto un’agricoltura<br />

bio<strong>lo</strong>gica “di sostituzione”.<br />

4.5.1 <strong>Le</strong> aree "grigie": questioni controverse, elementi di rischio, difficoltà<br />

attuative<br />

Quest’ultimo aspetto, se non corretto, rappresenta il maggior fattore di<br />

rischio <strong>per</strong> l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica del futuro. In un panorama normativo europeo in<br />

cui l’agricoltura integrata sta virando decisamente verso un model<strong>lo</strong> sempre più<br />

vicino all’approccio agroeco<strong>lo</strong>gico (European Framework Directive on Sustainable<br />

Pesticide Use, 2009) o in cui gli allevamenti convenzionali stanno incorporando i<br />

concetti del benessere animale, l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica è obbligata anch’essa ad<br />

evolversi, pena la <strong>per</strong>dita d’identità. É quindi necessario che le normative a livel<strong>lo</strong><br />

europeo, nazionale e regionale assecondino il cambiamento, aspetto che<br />

sicuramente comporterà difficoltà di attuazione nonché resistenze.<br />

Parallelamente, in un contesto in cui sempre più consumatori (e non so<strong>lo</strong> in<br />

Europa) si dimostrano interessati ai prodotti da agricoltura bio<strong>lo</strong>gica, l’aspetto di<br />

una completa e corretta comunicazione diventa im<strong>per</strong>ativo. In Italia, se la<br />

larghissima maggioranza dei consumatori ignora cosa sia l’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica,<br />

anche tra quelli che più o meno regolarmente acquistano prodotti da agricoltura<br />

bio<strong>lo</strong>gica il livel<strong>lo</strong> di conoscenza del settore è tutt’altro che esaustivo.<br />

In particolare, gli aspetti che meritano di essere comunicati con chiarezza<br />

sono: a) la differenza tra certificazione di processo e di prodotto; b) i determinanti<br />

di qualità (tecno<strong>lo</strong>gica, salutistica e sensoriale) dei prodotti e la <strong>lo</strong>ro relazione col<br />

metodo di produzione; c) le diverse tipo<strong>lo</strong>gie di agricoltura bio<strong>lo</strong>gica, quanto meno<br />

in termini di differenza tra il model<strong>lo</strong> multifunzionale e quel<strong>lo</strong> specializzato; d) il<br />

contributo dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica alla conservazione della biodiversità, alla<br />

mitigazione dei cambiamenti climatici e al mantenimento dell’equità sociale in<br />

Italia e nei Paesi in via di <strong>sviluppo</strong>.<br />

Per ciascuno di questi aspetti è di fondamentale importanza che si parta<br />

sempre dalla presentazione delle evidenze scientifiche, anche quando queste non<br />

sono ancora in grado di dare risposte sufficientemente certe (es. <strong>per</strong> la qualità dei<br />

prodotti bio<strong>lo</strong>gici rispetto ai convenzionali). La comunicazione corretta deve<br />

rifuggire dalle banalizzazioni e semplificazioni, anche se – purtroppo – queste sono<br />

il pane quotidiano dei mass media. Quindi, bisognerà avere il coraggio di<br />

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