Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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- fornire e organizzare occasioni di vendita (iniziative di vendita, fiere, mercatini<br />
<strong>per</strong>iodici) che offrano agli agricoltori ed ai consumatori possibilità di incontri<br />
diretti e che aiutino quindi anche <strong>lo</strong> stabilirsi di rapporti di conoscenza e di<br />
fiducia, continuando le iniziative già diffusesi ampiamente nell’ultimo <strong>per</strong>iodo.<br />
Queste azioni sono dirette agli agricoltori in grado di dedicare tempo e risorse a<br />
questo canale di vendita, e possono essere accompagnate da attività di formazione<br />
degli agricoltori <strong>per</strong> far conoscere le opportunità in materia e <strong>per</strong> fornire le<br />
informazioni amministrative e legali necessarie;<br />
- favorire la costituzione di strutture di vendita diretta, con carattere di continuità,<br />
in particolare <strong>per</strong> gli agricoltori che non sono in grado di dedicarsi alle attività di<br />
commercializzazione. Si può ad esempio ipotizzare la costituzione di negozi<br />
specializzati nelle vendite dirette, nei quali gli agricoltori conferiscono i propri<br />
prodotti in conto vendita, sulla base di esempi già in atto a Roma.<br />
Un secondo ambito di intervento pubblico potrebbe essere indirizzato a<br />
favorire i processi di organizzazione della filiera anche nelle produzioni che non si<br />
prestano alla filiera corta.<br />
In tutti i settori di produzione bio<strong>lo</strong>gica che non si prestano ai canali di<br />
filiera corta, il problema è quel<strong>lo</strong> di rimediare alle insufficienze organizzative<br />
dell’offerta. I problemi derivano molto spesso dalla frammentazione dell’offerta,<br />
che non riesce quindi a raggiungere le dimensioni necessarie <strong>per</strong>ché diventi<br />
conveniente l’esp<strong>lo</strong>razione dei canali specializzati, col risultato che i prodotti<br />
bio<strong>lo</strong>gici sono spesso venduti come convenzionali.<br />
Quindi l’azione pubblica dovrebbe favorire:<br />
- la concentrazione dell’offerta con azioni mirate, eventualmente attraverso le<br />
Associazioni di produttori, a facilitare la fornitura di partite adeguate di prodotti<br />
bio<strong>lo</strong>gici sia sui circuiti specializzati sia su quelli della grande distribuzione;<br />
- la realizzazione di forme di comunicazione fra domanda ed offerta attraverso<br />
strumenti informatici: ad esempio sarebbe possibile creare un portale web di<br />
comunicazione B2B (business to business), nel quale vengano riversate le offerte<br />
di prodotti e dal quale possano attingere i compratori commerciali, ed<br />
eventualmente un portale B2C (business to consumers). Ovviamente la creazione<br />
dei portali sarebbe insufficiente senza una adeguata informazione e formazione<br />
nel suo uso da parte degli o<strong>per</strong>atori;<br />
- <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di piattaforme <strong>lo</strong>gistiche dedicate ai prodotti bio<strong>lo</strong>gici.<br />
I distretti bio<strong>lo</strong>gici potrebbero infine costituire una forma di intervento a caval<strong>lo</strong><br />
fra quelli relativi alla filiera corta e quelli più generali di organizzazione della<br />
filiera, in quanto potrebbero favorire forme di vendita diretta, in particolare ai<br />
visitatori del distretto, e nel<strong>lo</strong> stesso tempo forme di concentrazione dell’offerta,<br />
grazie alla comunanza di interesse dei produttori a va<strong>lo</strong>rizzare le produzioni<br />
<strong>lo</strong>cali.<br />
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