Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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necessarie in tutti i settori bio, anche in<br />
quel<strong>lo</strong> della foraggicoltura.<br />
5. Utilizzo migliore della fertilità dei sistemi<br />
bio.<br />
6. Riduzione degli input <strong>per</strong> concimazione e<br />
difesa.<br />
7. Maggiore possibilità di ottenere produzioni<br />
in qualità e quantità.<br />
8. Produzione e commercializzazione di<br />
cultivar specifiche <strong>per</strong> il settore bio.<br />
9. Mercati <strong>lo</strong>cali interessati a cultivar<br />
particolari.<br />
Opportunità (O)<br />
1. Migliorare l'approccio agroeco<strong>lo</strong>gico dei<br />
produttori bio<strong>lo</strong>gici.<br />
2. Trovare nuove cultivar maggiormente<br />
rispondenti agli agroecosistemi bio,<br />
soprattutto da un punto di vista<br />
fitosanitario, con conseguente riduzione<br />
degli input esterni.<br />
3. Maggiore caratterizzazione del mercato bio<br />
e dei suoi prodotti.<br />
4. Nascita di aziende vivaistiche<br />
specializzate.<br />
5. Possibilità di va<strong>lo</strong>rizzare le produzioni<br />
tipiche.<br />
6. Differenziare le produzioni, orientando le<br />
scelte varietali verso genotipi con<br />
specifiche qualità organolettiche,<br />
salutistiche e sanitarie.<br />
sementiere) <strong>per</strong> l'esiguità del mercato.<br />
6. Necessità di assecondare più il mercato del<br />
consumo che le esigenze del produttore.<br />
7. Non c’è un’attività di ricerca finalizzata a<br />
questo.<br />
8. Mancanza d’informazioni sulle cultivar <strong>per</strong><br />
il bio.<br />
9. Aspetto pressoché ignorato dalle normative<br />
<strong>per</strong> il bio.<br />
Rischi (T)<br />
1. Difficoltà di commercializzazione (GDO ed<br />
export).<br />
2. Scarso gradimento (e quindi sbocchi) sul<br />
mercato.<br />
3. Cultivar a volte poco produttive, <strong>per</strong> cui<br />
vengono abbandonate dopo poco tempo.<br />
4. Perdita dell’attività di miglioramento quantiqualitativo<br />
da parte dalle ditte sementiere.<br />
Sintesi: <strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong> di cultivar ad hoc <strong>per</strong> i sistemi bio<strong>lo</strong>gici <strong>per</strong>metterebbe di<br />
aumentare le <strong>lo</strong>ro <strong>per</strong>formance e soprattutto la qualità delle produzioni. Inoltre,<br />
sarebbe <strong>per</strong>fettamente in linea con una fi<strong>lo</strong>sofia di gestione agroeco<strong>lo</strong>gica degli<br />
ordinamenti produttivi. I due principali ostacoli prevedibili sono <strong>lo</strong> scarso interesse<br />
agli investimenti in ricerca e <strong>sviluppo</strong> di queste cultivar da parte delle ditte<br />
sementiere e il mancato riconoscimento del <strong>lo</strong>ro plusva<strong>lo</strong>re da parte del mercato e<br />
dei consumatori. La maggior parte di questi ultimi, infatti, è abituata ad acquistare<br />
un numero molto limitato di varietà, ad esempio dei prodotti ortofrutticoli.<br />
Tuttavia, un miglioramento genetico indirizzato a incorporare in nuove cultivar i<br />
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