Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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I marchi nazionali analizzati, <strong>per</strong> non incorrere in una violazione della<br />
normativa comunitaria, attestano la conformità della produzione al metodo<br />
bio<strong>lo</strong>gico e consentono il libero accesso a ogni impresa comunitaria ed extracomunitaria<br />
in regime di equivalenza. Inoltre, le azioni di comunicazione adottate<br />
non fanno alcun riferimento all’origine geografica del prodotto bio<strong>lo</strong>gico e ne<br />
promuovono il consumo all’interno del proprio Paese.<br />
Nel caso della Danimarca e della Spagna, occorre evidenziare che il marchio<br />
è concesso anche ai prodotti la cui fase produttiva è stata interamente svolta<br />
all’estero; in questo caso il marchio attesta che l’impresa che ha realizzato l’ultima<br />
o<strong>per</strong>azione (confezionamento ed etichettatura), è sottoposta ai controlli,<br />
rispettivamente, dell’Autorità di control<strong>lo</strong> pubblica (Plantedirektoratet) e delle<br />
Autorità di control<strong>lo</strong> delle Regioni (Consejos Reguladores de la Agricultura<br />
Ecológica). Tuttavia, poiché queste Autorità pubbliche non procedono a o<strong>per</strong>azioni<br />
di control<strong>lo</strong> all’esterno dei confini nazionali, ne consegue che il marchio è<br />
concesso in via esclusiva ai prodotti confezionati da imprese nazionali con materia<br />
prima conforme di qualsiasi origine (comunitaria ed extra-comunitaria). Sul lato<br />
dei controlli, i marchi nazionali indagati ne prevedono di specifici e possono<br />
indicare l’autorità pubblica responsabile del control<strong>lo</strong> (è il caso dei marchi<br />
regionali di garanzia della Spagna).<br />
Riassumendo, dunque, i principali obiettivi del marchio bio<strong>lo</strong>gico pubblico<br />
sono i seguenti:<br />
- identificare la produzione bio<strong>lo</strong>gica con un simbo<strong>lo</strong> univoco puntando sulla<br />
qualità del prodotto;<br />
- fornire maggiore visibilità ai prodotti bio<strong>lo</strong>gici sul mercato domestico;<br />
- su<strong>per</strong>are l’asimmetria informativa produttore/consumatore con una maggiore<br />
trasparenza di mercato tramite l’intervento delle istituzioni pubbliche in grado di<br />
assicurare e comunicare al consumatore le qualità intrinseche dei prodotti<br />
bio<strong>lo</strong>gici a marchio.<br />
Va sottolineato, inoltre, che nel <strong>per</strong>iodo immediatamente successivo<br />
all’adozione dei marchi pubblici analizzati, il ricorso al <strong>lo</strong>go facoltativo<br />
comunitario è risultato poco diffuso tra gli o<strong>per</strong>atori anche a causa di un’iniziale<br />
resistenza da parte delle associazioni dei produttori e degli Organismi nazionali di<br />
control<strong>lo</strong>, che tendevano a tutelare il ruo<strong>lo</strong> esercitato sino ad al<strong>lo</strong>ra di unici titolari,<br />
nell’ambito dei rispettivi Paesi, dei segni di identificazione dei prodotti bio<strong>lo</strong>gici. Il<br />
marchio nazionale ha risposto, soprattutto <strong>per</strong> i Paesi del Nord, alla necessità di<br />
disporre di uno strumento commerciale di immediato riconoscimento rispetto,<br />
invece, alla pluralità di marchi degli Organismi di control<strong>lo</strong> e delle associazioni di<br />
produttori esistenti in tutto il mercato comune.<br />
Ci si domanda tuttavia se nei Paesi analizzati le politiche di marchio<br />
istituzionale volte ad aumentare la conoscenza delle specificità e dei benefici dei<br />
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