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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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arborei assai più suscettibili al rischio di <strong>sviluppo</strong> di popolazioni d’insetti e<br />

patogeni di entità preoccupante. Nei sistemi avvicendati, invece, la diversificazione<br />

delle colture e delle tecniche agronomiche normalmente consente di limitare il<br />

danno provocato da queste avversità. Al contrario, nelle comunità di piante<br />

infestanti, è più probabile trovare una o più specie che meglio si adattano al sistema<br />

colturale divenendo così gradualmente dominanti. Non a caso, la gestione delle<br />

piante infestanti è considerata il principale problema tecnico da risolvere nelle<br />

colture avvicendate dalla maggior parte degli agricoltori e tecnici bio<strong>lo</strong>gici<br />

(Beveridge e Nay<strong>lo</strong>r, 1999).<br />

L'approccio alla gestione della difesa delle colture in bio<strong>lo</strong>gico, non potendo<br />

utilizzare agrofarmaci di sintesi che sono i mezzi tecnici in assoluto più efficaci,<br />

implica un cambiamento radicale di paradigma: dalla scelta del miglior principio<br />

attivo o miscela (approccio “riduzionistico” tipico dei sistemi convenzionali) si<br />

dovrà passare a <strong>strategie</strong> che privilegiano tecniche preventive, in grado di limitare<br />

l'insorgenza di problemi fitosanitari (Bruns et al., 2006). Ad esempio, nel caso<br />

delle piante infestanti la miglior strategia di gestione è quella che integra mezzi<br />

preventivi (che hanno <strong>lo</strong> scopo di ridurre il numero di piante che emergono in<br />

coltura, es. uso di opportuni avvicendamenti e lavorazioni del terreno, falsa<br />

semina), colturali (che aumentano l'abilità competitiva della coltura, es. impiego di<br />

varietà più vigorose) e diretti (quelli utilizzati in coltura <strong>per</strong> eliminare le infestanti,<br />

qui soprattutto mezzi meccanici o termici) (Bàrberi, 2002). Un approccio “di<br />

sostituzione”, cioè una difesa delle colture unicamente basata su mezzi diretti non<br />

chimici come surrogati degli agrofarmaci di sintesi, non potrà essere vincente,<br />

<strong>per</strong>ché in agricoltura bio<strong>lo</strong>gica l'uso esclusivo di tali mezzi non è sufficiente a<br />

garantire un adeguato control<strong>lo</strong> delle avversità se non è abbinato a tecniche<br />

preventive e colturali. A tale riguardo, stride notare come in Italia, tra i Paesi leader<br />

in termini di su<strong>per</strong>ficie investita ad agricoltura bio<strong>lo</strong>gica, gran parte della ricerca e<br />

s<strong>per</strong>imentazione sulla difesa delle colture sia ancora pressoché limitata<br />

all'individuazione di mezzi tecnici (bio<strong>lo</strong>gici o fisici) da utilizzare su singole<br />

colture. Queste informazioni, la cui importanza non è certo da sottovalutare,<br />

vengono di solito divulgate sotto forma di schede tecniche colturali. Di<br />

conseguenza, non ci si può certo sorprendere se la maggior parte degli agricoltori<br />

bio<strong>lo</strong>gici chiede ai ricercatori e ai tecnici soprattutto consigli in merito ai migliori<br />

mezzi non chimici <strong>per</strong> la difesa. Al contrario, in buona parte dell'Europa si stanno<br />

sviluppando ricerche che mirano al<strong>lo</strong> studio e gestione delle interazioni tra<br />

(soprattutto) insetti e colture non nell'ottica del control<strong>lo</strong> bio<strong>lo</strong>gico classico o<br />

inondativo (es. impiego di artropodi utili o patogeni antagonisti) bensì in quella del<br />

control<strong>lo</strong> bio<strong>lo</strong>gico conservativo (Conservation Bio<strong>lo</strong>gical Control). Questa è una<br />

branca dell'Eco<strong>lo</strong>gia del Paesaggio (Landscape Eco<strong>lo</strong>gy) che mira alla<br />

conservazione o introduzione nel paesaggio agrario di elementi (es. siepi, margini<br />

dei campi, corridoi eco<strong>lo</strong>gici) che rappresentano habitat o favorevoli al<strong>lo</strong> <strong>sviluppo</strong><br />

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