Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...
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Tabella 9.10 - Analisi SWOT <strong>per</strong> l’introduzione di un <strong>lo</strong>go nazionale da utilizzare nell’etichettatura, presentazione e<br />
pubblicità di prodotti bio<strong>lo</strong>gici<br />
PUNTI DI FORZA (STRENGHT) PUNTI DI DEBOLEZZA (WEAKNESS)<br />
• Immediata identificazione del prodotto nazionale da parte del consumatore<br />
• Garantire al consumatore che tutte le fasi del processo di produzione e<br />
trasformazione sono interamente realizzate sul territorio nazionale, nel rispetto delle<br />
norme comunitarie e nazionali<br />
• Fornire un va<strong>lo</strong>re aggiunto al prodotto bio<strong>lo</strong>gico tramite l’adozione di disciplinari<br />
“più rigorosi” che rafforzino il legame con il territorio, con le caratteristiche delle<br />
cultivar e delle razze animali autoctone, con le pratiche agrarie e con le metodiche<br />
di trasformazione<br />
• Accrescere la <strong>per</strong>cezione di va<strong>lo</strong>re e qualità del prodotto bio<strong>lo</strong>gico nazionale nel<br />
consumatore, in termini di sicurezza, garanzia, controlli<br />
• Attitudine di un panel significativo di consumatori verso il marchio bio nazionale<br />
• Rafforzamento immagine del prodotto bio<strong>lo</strong>gico “made in Italy”<br />
• Presenza di altri strumenti istituzionali <strong>per</strong> va<strong>lo</strong>rizzare l’origine territoriale<br />
(<strong>lo</strong>go “Made in Italy”) e la qualità dei prodotti (DOP/IGP, prodotti agroalimentari<br />
tradizionali)<br />
• Rapporto marchio/qualità non necessariamente connesso (assenza panel di<br />
degustazione)<br />
• Aggravi economici ed organizzativi <strong>per</strong> gli o<strong>per</strong>atori del settore<br />
• Difficoltà <strong>per</strong> le imprese di col<strong>lo</strong>care in etichetta una pluralità di marchi<br />
• Elemento distintivo dell’origine vincolato alle norme comunitarie<br />
• Obbligo di adozione di disciplinari più restrittivi rispetto alla normativa<br />
UE anche <strong>per</strong> le aziende convenzionali<br />
OPPORTUNITÀ (OPPORTUNITIES) MINACCE (THREATS)<br />
• Identificare immediatamente l’origine del prodotto con un simbo<strong>lo</strong> grafico<br />
• Associare immediatamente la produzione bio<strong>lo</strong>gica alla garanzia istituzionale della<br />
qualità del prodotto (controlli, sicurezza)<br />
• Va<strong>lo</strong>rizzare la provenienza in termini di rintracciabilità e di standard di qualità<br />
• Fornire maggiore visibilità ai prodotti bio<strong>lo</strong>gici sul mercato<br />
domestico/fidelizzazione del consumatore al marchio nazionale<br />
• Migliorare la capacità di penetrazione del mercato nazionale<br />
• Aumentare il peso del settore bio<strong>lo</strong>gico sui consumi domestici<br />
• Ridurre l’asimmetria informativa<br />
• Tutelare i produttori che si avvalgono del marchio bio nei confronti di un uso non<br />
corretto del marchio, garantendo condizioni di concorrenza leale<br />
• Contrastare l’uso ingannevole o scorretto di marchi nel caso inducano l’erronea<br />
convinzione che si tratti di un prodotto che ha origine in Italia<br />
• Revisionare le procedure di control<strong>lo</strong> e migliorare il coordinamento degli enti<br />
• Possibilità di adottare incisive iniziative di comunicazione istituzionale e di<br />
educazione al consumo associate al marchio<br />
• Effetto trainante sull’intero settore bio<br />
• ingredienti extra UE oltre il 2%<br />
annullando quindi il vantaggio competitivo del <strong>lo</strong>go nazionale<br />
Rischio ulteriore segmentazione settore bio<br />
• Rischio confusione <strong>per</strong> il consumatore <strong>per</strong> l’eccesso di<br />
marchi/informazioni<br />
• Possibile appesantimento di oneri burocratici a carico delle imprese<br />
• Possibili costi aggiuntivi <strong>per</strong> le aziende<br />
• Possibile incremento della forbice tra prezzi alla produzione e al consumo<br />
• Possibile svantaggio competitivo <strong>per</strong> le imprese a causa dei costi<br />
aggiuntivi<br />
• Coesistenza sul mercato di marchi nazionali di altri Paesi (competitors)<br />
• Possibile complicazione del sistema di control<strong>lo</strong><br />
• Necessità di risorse pubbliche aggiuntive <strong>per</strong> il sostegno del settore<br />
• Obbligo dicitura «agricoltura UE/non UE» <strong>per</strong> prodotti contenenti<br />
• Obbligo di concedere il marchio anche ad aziende estere conformi,