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Le strategie per lo sviluppo dell'agricoltura biologica. - Sistema d ...

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la possibilità di monitorare l’evoluzione delle associazioni f<strong>lo</strong>ristiche sotto esame e<br />

di correlarle alle attività agricole.<br />

L'agro-biodiversità associata alla coltivazione è spesso rappresentata a<br />

livel<strong>lo</strong> di appezzamento dalle erbe infestanti che competono con la specie coltivata<br />

<strong>per</strong> alcuni dei fattori ambientali (luce, acqua, spazio, nutrienti, ecc.). Per quanto<br />

riguarda la gestione delle specie infestanti, le possibilità di prevenzione e control<strong>lo</strong><br />

dipendono strettamente dalla tipo<strong>lo</strong>gia della specie coltivata e dalle sue infestanti<br />

tipiche, oltre che dalla rotazione colturale. Infatti, attraverso l’alternanza<br />

programmata di colture con diverse caratteristiche morfo-fisio<strong>lo</strong>giche e<br />

caratterizzate da diverse tecniche colturali, con l’impiego di colture leguminose<br />

come sovesci, con il ricorso alla letamazione o all’uso di altri concimi organici si<br />

può condizionare e ridurre la comparsa delle malerbe e al<strong>lo</strong> stesso tempo favorire il<br />

mantenimento della biodiversità animale e vegetale, della fertilità di base e<br />

dell’azoto disponibile nel terreno.<br />

La gestione delle malerbe deve essere effettuata con mezzi diretti, preventivi<br />

e colturali, oltre che attraverso la pianificazione dell’avvicendamento colturale.<br />

Sono disponibili anche mezzi meccanici (erpicatura, sarchiatura, strigliatura) e<br />

fisici (pirodiserbo) o tecniche agronomiche appropriate, quali la falsa semina,<br />

l'introduzione delle colture di co<strong>per</strong>tura, la variazione della densità di semina,<br />

l'utilizzo di varietà maggiormente competitive (Bàrberi, 2005).<br />

Il sistema azienda agricola. In una valutazione della biodiversità correlata alla<br />

gestione agricola secondo un approccio di tipo olistico e di sistema, l’azienda<br />

diviene l’unità di analisi. In questo caso la biodiversità viene ad essere costituita da<br />

tutti gli habitat seminaturali che la contraddistinguono e dalla biodiversità che è<br />

gestita dall’agricoltore. In pratica si deve tener conto di tutti gli elementi di<br />

naturalità presenti all’interno e intorno all’agroecosistema, del grado di isolamento<br />

del sistema dall’ambiente naturale e, chiaramente, di tutte le pratiche colturali e<br />

della <strong>lo</strong>ro intensità di applicazione. In questo senso le pratiche agronomiche<br />

dell’agricoltura bio<strong>lo</strong>gica hanno <strong>lo</strong> scopo di sostenere la presenza degli organismi<br />

che popolano l’agroecosistema, compresa la componente vegetale non coltivata.<br />

La biodiversità che è stata <strong>per</strong>duta a tutti i livelli gerarchici (gene, specie,<br />

ecosistema) durante gli ultimi cinquanta anni, a seguito dell’affermazione<br />

dell’agricoltura convenzionale intensiva, va riguadagnata con l’applicazione di<br />

sistemi di coltivazione, come quelli bio<strong>lo</strong>gici, che ne tengano conto e che anzi la<br />

usino come strumento <strong>per</strong> il mantenimento o il miglioramento di buoni livelli di<br />

sostenibilità.<br />

L’esigenza di valutare il funzionamento degli agroecosistemi, andando a<br />

misurare quantità e qualità delle specie di cui sono composti, assume un ruo<strong>lo</strong> non<br />

so<strong>lo</strong> descrittivo ma funzionale, cioè legato alle relazioni fra gli organismi viventi<br />

(Contoli, 1993). La microfauna del suo<strong>lo</strong> decompone la sostanza organica, aiuta a<br />

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