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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />
Figura 2.49 Per quali attività usi lo smartphone al posto di PC e Tablet?<br />
(% di utilizzo dello smartphone in alternativa ad altri device, confronto Italia e media UE)<br />
ITALIA<br />
UE<br />
Fare foto 60% 52%<br />
Controllare i social 38% 27%<br />
Leggere le notizie 35% 27%<br />
Ricerche online 32% 23%<br />
Guardare video 28% 17%<br />
Chiamate VOIP 16% 10%<br />
0 20 40 60 80 100 0 20 40 60 80 100<br />
Fonte: REF Ricerche su dati Deloitte<br />
Un utilizzo permanente dello smartphone va di pari passo nel nostro Paese<br />
con una maggiore maturità, a partire dalla consapevolezza dei rischi che la<br />
navigazione su internet da mobile pone in termini di privacy: più di un italiano<br />
su due manifesta preoccupazione crescente circa le modalità di utilizzo<br />
e archiviazione dei dati online, una percentuale superiore rispetto alla media<br />
europea (46%). Non solo cresce l’attenzione alla propria privacy digitale, ma<br />
anche la propensione a proteggerla attivamente: il 95% degli italiani infatti<br />
intraprende azioni concrete ed assume comportamenti a favore di un uso più<br />
accorto del web. Per difendere la propria privacy, oltre la metà degli italiani dichiara<br />
di differenziare le proprie password sui siti che richiedono registrazioni<br />
e credenziali di accesso, quasi il 40% evita di lasciare che il proprio dispositivo<br />
memorizzi le password online, mentre il 37% fa regolarmente scansioni dei<br />
propri dispositivi con un programma antivirus.<br />
Riquadro 2.5 – L’Italia, il Paese dei sentimenti virtuali<br />
Aveva ragione Bauman, nel teorizzare il modello della società liquida. La diffusione<br />
dei social network in tutti gli strati della popolazione ha reso liquide<br />
anche le relazioni, trasformando (anche) l’Italia nel Paese delle relazioni e dei<br />
sentimenti virtuali.<br />
La tecnologia ha indiscutibilmente rivoluzionato le modalità con cui instauriamo<br />
rapporti con gli altri individui, se si pensa che oggi, prima di scambiare con<br />
una persona il numero di telefono, si chiede l’amicizia su Facebook. E appena<br />
conosciamo una persona, “googliamo” il suo nome per guardarne le foto, leggere<br />
i post, capire chi è e chi frequenta.<br />
La discrezione e la riservatezza cedono quindi il passo al dogma della condivisione,<br />
dove tutto diventa di pubblico dominio: cosa facciamo, dove siamo, con<br />
chi siamo, rigorosamente in tempo reale. Siamo parte di una cultura narcisistica<br />
in cui tendiamo a mostrare sempre il meglio di noi, dove non c’è spazio per de-<br />
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