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Consumi e distribuzione

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4. Nel carrello salute e sperimentazione<br />

Benché il tema vada molto al di là della sola fase del consumo finale (circa il<br />

60% dello spreco viene realizzato nella fase che precede la messa in commercio<br />

dei prodotti alimentari) è un dato il fatto che molto può essere fatto dalle famiglie<br />

per guidare questo processo di cambiamento.<br />

Infatti, la principale tra le cause che determinano lo spreco, secondo l’annuale<br />

indagine promossa dall’Osservatorio Waste Watcher è la difficoltà dei responsabili<br />

di spesa a tarare gli acquisti rispetto alle effettive esigenze familiari<br />

(49%) oltre alle non corrette modalità di conservazione dei prodotti deperibili<br />

(38%).<br />

Le famiglie sprecano perché…<br />

(% sul totale rispondenti)<br />

Acquistano Non sanno Cucinano<br />

troppo conservare troppo<br />

Ci sono troppe<br />

offerte<br />

I cibi venduti<br />

sono già scaduti<br />

Il cibo si deteriora<br />

perché non si fa<br />

la spesa spesso<br />

49% 38% 12% 10% 8% 7%<br />

Fonte: REF Ricerche su dati Waste Watcher<br />

Non senza qualche sorpresa il nostro Paese si scopre portatore di una sensibilità,<br />

quella antispreco, che sembra già ben radicata negli italiani, più che tra gli<br />

altri popoli europei. In Italia ogni persona butta circa 164 chilogrammi di cibo<br />

all’anno. Fanno meglio di noi soltanto la Gran Bretagna (161) e la Danimarca<br />

(156), mentre siamo migliori dei cittadini del Nord. Ogni svedese butta 187 chili<br />

di cibo in dodici mesi, i norvegesi 184 chili e i finlandesi 180. Anche Spagna,<br />

Germania e Francia non hanno performance migliori delle nostre.<br />

Sorpresa “Food waste”: l’Italia meglio dei Paesi del Nord<br />

(kg/pro capite/anno)<br />

187 184<br />

180 179<br />

171 169<br />

164 161<br />

156<br />

Svezia Norvegia Finlandia Spagna Germania Francia Italia UK Danimarca<br />

Fonte: REF Ricerche su dati Eurostat<br />

I nostri connazionali si dimostrano inoltre i più accorti, consapevoli ed informati<br />

d’Europa circa il rispetto delle scadenze: segno che il valore anche etico<br />

del cibo, uno dei tratti tipici dello stile di vita made in Italy, è ben presente nei<br />

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