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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />
stratificazione sociale rimettono in discussione i rapporti di potere all’interno<br />
della società. Nuove forme di commercializzazione, pubblicità, marketing si<br />
accompagnano all’espansione del sistema dei media e alla diffusione di nuovi<br />
mezzi di trasporto che rompono l’isolamento della provincia e contribuiscono<br />
all’integrazione del Paese da Nord a Sud.<br />
Si tratta, d’altro canto, di una epoca percorsa da tensioni e conflitti che aprono<br />
inedite opportunità per l’emergere di nuovi soggetti sociali: donne, giovani<br />
e consumatori che possono essere parte di mobilitazioni collettive a carattere<br />
politico e ideologico, ma che in primo luogo hanno elaborato, adottato o adattato<br />
i nuovi linguaggi del consumo, della cultura di massa, dell’identificazione<br />
generazionale, della “americanizzazione” dei comportamenti, della modernità<br />
declinata in tante e diverse versioni.<br />
Per la generazione dei babyboomers, nati a cavallo degli anni Cinquanta e<br />
Sessanta e quindi spettatori/protagonisti del miracolo economico e delle grandi<br />
trasformazioni sociali, il consumo diventa lo status symbol per eccellenza,<br />
un momento di identificazione: l’auto, che proprio in quel periodo ha raggiunto<br />
tutte le case degli italiani, è per lunghi anni l’emblema del benessere socioeconomico<br />
di una famiglia. Oggi quella esigenza di riconoscibilità avvertita dai<br />
babyboomers ha assunto la via del lusso e dell’acquisto ricercato.<br />
La generazione X, o generazione della transizione, “inquadrata nel periodo<br />
di transizione tra il declino del colonialismo, la caduta del muro di Berlino e<br />
la fine della guerra fredda”, vive il passaggio da un mondo in crescita, di cui<br />
sperimenta gli ultimi fasti e di cui conserva, ancora oggi, la predilezione per la<br />
marca, consacrata dalle tendenze dell’abbigliamento dei primi anni ‘80. Una<br />
generazione di passaggio in un Paese che non riesce a interpretare il cambiamento<br />
e che “galleggia” per quasi un decennio attingendo al debito pubblico,<br />
prima che le crisi finanziarie ne mettano a nudo le fragilità.<br />
Con gli anni Novanta cambiano il clima socio-culturale e le condizioni economiche<br />
di base: è una Italia che vive una fase di transizione politica senza<br />
precedenti e che avvia il processo di integrazione europea, scoprendo il peso<br />
dei vincoli per il governo della finanza pubblica. In questo contesto anche il<br />
consumo è oggetto di ripensamento: si diffonde un approccio più maturo, critico<br />
e responsabile. Per la generazione X, che proprio in quegli anni assume il<br />
ruolo di motore economico del Paese, il passaggio ad una forma di consumo<br />
“di qualità” è da attribuire ad una evoluzione del consumatore che è divenuto<br />
più esperto, autonomo e competente. Consapevole dei propri bisogni, sempre<br />
più complessi ed eterogenei, cerca nei prodotti nuove qualità, tangibili e intangibili.<br />
Le frontiere del consumo vanno pertanto in una direzione che integra<br />
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