Consumi e distribuzione

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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016 (circa 1.400 euro per una famiglia). La rete e le tecnologie digitali hanno dissolto circa il 2% della spesa, ovvero la bella cifra di 20 miliardi di euro. Con i consumi gratuiti si risparmiano 1.400 euro all’anno (Euro potenziali risparmiabili con i consumi “free”,valori attualizzati al 2016) Mese Anno Telefonia 6,7 e 80 e Musica 10 e 120 e Quotidiani 12 e 144 e Giochi 15 e 180 e Film 1,7 e 20 e Foto 2,1 e 25 e Navigatore 2,5 e 30 e Fonte: REF Ricerche 3.11 Italiani e salute: un rapporto difficile L’Organizzazione Mondiale della Sanità, nel suo ultimo Rapporto sullo stato di salute, ha ricordato che l’Europa vanta il primato singolare dei più elevati tassi di alcolismo e tabagismo al mondo, cui si aggiunge una incidenza crescente delle persone in sovrappeso od obese. Fortunatamente, in questa classifica gli italiani fumano assai meno dei colleghi tedeschi, francesi e spagnoli, bevono meno dei cugini d’oltralpe e sono superati solo dalla Germania nel primato per la più bassa incidenza di persone con qualche chilo di troppo. Sono questi con ogni probabilità gli ingredienti dello stile di vita che ha consentito al Paese di vantare una aspettativa di vita tra le più elevate al mondo, anche se di recente potrebbe essere cambiato qualcosa. Figura 3.40 I benefici della dieta mediterranea: i più magri d’Europa Consumo di tabacco Consumo di alcool Misura di obesità Svezia 11,9 7,2 12,2 Stati Uniti 12,9 8,9 38,2 Norvegia 13,0 6,1 10,0 Regno Unito 19,0 9,4 25,6 Paesi Bassi 19,1 8,4 12,9 Italia 19,8 6,1 10,3 Svizzera 20,4 9,5 10,3 Germania 20,9 10,9 23,6 Francia 22,4 11,5 14,7 Spagna 23,0 9,8 16,4 Grecia 27,3 7,4 16,9 Fonte: REF Ricerche su OECD, ultimi dati disponibili [ 168 ]
3. Per i consumi una ripresa selettiva Nel 2015, per la prima volta da decenni, in Italia la speranza di vita alla nascita è scesa. Anomalia statistica o campanello di allarme? Si è a lungo dibattuto sulle cause di questo arretramento e sul ruolo giocato dall’estate torrida dello scorso anno, che ha falcidiato la popolazione anziana, o dalla rinuncia alla prevenzione causata dalle ristrettezze economiche dei bilanci familiari. Al di là degli elementi congiunturali, alcuni fatti stilizzati possono aiutarci a descrivere le peculiarità del rapporto tra italiani e salute. In Italia, secondo Eurostat, 52 mila decessi all’anno tra gli under75 potrebbero essere evitati con il ricorso alla prevenzione ed a cure appropriate. Si tratterebbe del 33% dei decessi in meno in quella fascia di età, una quota superiore a quella di Germania e Spagna (entrambe al 31%) e della Francia (23%), Paesi rispetto ai quali paghiamo evidentemente un deficit di prevenzione e cura. L’Italia destina alla prevenzione solo il 4,1% della spesa sanitaria totale, un valore molto contenuto se confrontato con l’Europa che conta. Nel Mezzogiorno si soffre soprattutto di malattie legate a diabete ed ipertensione, forse per l’eccessivo consumo di grassi e carboidrati, mentre al Nord crescono i tumori alle vie aeree, in ragione della maggiore esposizione all’inquinamento dell’aria come fattore di rischio. Secondo il Censis sono 11 milioni gli italiani (2 milioni in più rispetto al 2012) che hanno rinunciato alle cure pubbliche. Vi è dunque un travaso verso le strutture private, motivato dall’allungamento dei tempi di attesa. Peculiare è poi la variabilità regionale dei trattamenti ospedalieri, a segnalare sia il probabile eccesso di trattamenti, finalizzato a sostenere l’attività in alcune aree, sia l’incapacità di soddisfare le esigenze, in altre, con ampi divari sia di efficienza delle strutture ospedaliere sia di equità ed appropriatezza del servizio assicurato. L’avvento della sanità digitale può essere l’occasione per ricucire la distanza che separa il servizio pubblico dalle persone: nel 2015, secondo il Politecnico di Milano, il 40% dei referti e il 9% delle cartelle cliniche è stato “smaterializzato”. Tra i servizi online maggiormente utilizzati dai cittadini una indagine Doxa colloca al primo posto la prenotazione di esami e visite, utilizzata dal 24% degli utenti ed in forte crescita nell’ultimo anno, oltre ai servizi per l’accesso e la consultazione dei documenti clinici, di cui ha beneficiato il 15% dei pazienti. Tecnologia e digitalizzazione fanno fatica a farsi largo in un settore, quello delle cure mediche, dove le potenzialità sono enormi, tra possibilità di diagnosi a distanza (tele-consulto) e soluzioni ICT per la medicina sul territorio e l’assi- [ 169 ]
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Indice 7 Prefazione 15 1. La ripres
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Il 2016 si chiude con un andamento
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