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Consumi e distribuzione

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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />

Ciò comporta che dei nostri investimenti in istruzione finiscano per beneficiare<br />

paesi concorrenti. È il cosiddetto effetto “brain drain”, o “fuga dei cervelli”,<br />

un fenomeno di estremo rilievo considerando che il ritardo dell’Italia in<br />

termini di scolarizzazione della forza lavoro è riconosciuto come uno dei fattori<br />

determinanti della perdita di competitività della nostra economia.<br />

1.13 Politiche da ripensare<br />

L’eredità di uno stock di debito elevato, sia pubblico che privato, rischia di<br />

rappresentare in diversi paesi un freno eccessivo alla ripresa. In particolare, vi<br />

sono economie, come quella italiana, nelle quali il settore privato si caratterizza<br />

per elevati livelli di insolvenze. Il settore bancario è gravato dalle sofferenze<br />

che, a loro volta, tendono ad incidere sulla ripresa del credito. È il paradosso di<br />

una fase in cui, a fronte di un crollo dei tassi d’interesse e di abbondante offerta<br />

di credito alla migliore clientela, le imprese in difficoltà hanno un credito razionato<br />

mentre quelle più solide beneficiano di tassi d’interesse eccezionalmente<br />

bassi.<br />

Il cattivo funzionamento del canale creditizio ridimensiona gli effetti della<br />

politica monetaria. Nonostante il basso livello dei tassi d’interesse, difatti, la<br />

domanda stenta a ripartire proprio in quelle componenti, come gli investimenti,<br />

che dovrebbero risultare più sensibili alla riduzione dei tassi d’interesse.<br />

D’altra parte, l’inefficacia della politica monetaria, in un contesto di tassi<br />

d’interesse vicini a zero, non configura un caso sconosciuto agli economisti:<br />

è la situazione definita come “trappola della liquidità” in cui la domanda di<br />

moneta è in grado di assorbire tutta la maggiore moneta offerta dalla banca<br />

centrale, senza produrre effetti significativi sull’economia reale. È in queste<br />

condizioni che la letteratura ritiene necessario affiancare alla politica monetaria<br />

politiche di bilancio più incisive: riduzioni delle imposte o, meglio, aumenti<br />

della spesa pubblica, possono riuscire a aumentare la domanda, aiutando il<br />

sistema a uscire dallo stallo.<br />

I paesi europei però hanno utilizzato in misura marginale il bilancio pubblico<br />

nel corso degli ultimi anni, diversamente ad esempio da quanto accaduto negli<br />

Stati Unti, dove il deficit pubblico giunse a sfiorare, dopo il crollo di Lehman<br />

Brothers, addirittura il 10% del Pil. L’Italia, tra questi, è quella che lo ha fatto<br />

di meno, gravata dagli elevati livelli di debito e dalle pressioni europee per il<br />

rispetto degli impegni sui saldi di finanza pubblica, a fronte deficit più ampi e<br />

tollerati di paesi come Francia e Spagna.<br />

Grecia ed Italia – i due paesi europei che oggi avrebbero bisogno di maggiori<br />

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