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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016<br />
Una recente direttiva UE in materia di presentazione e vendita di tabacco prevede<br />
l’aumento della superficie dei pacchetti destinata ad ospitare le avvertenze<br />
per la salute, il divieto di vendita delle sigarette in pacchetti da 10 e delle confezioni<br />
di tabacco sfuso contenenti meno di 30 grammi. Le misure sono ispirate al<br />
desiderio di ridurre l’accesso ai giovani, agevolato dal minore costo.<br />
Alla diminuzione delle vendite di sigarette tradizionali, che si muove lungo un<br />
trend decennale, si contrappone la crescente popolarità delle sigarette fatte a<br />
mano, che un po’ per vezzo un po’ perché più economiche, sono consumate<br />
oramai dal 9% dei fumatori (erano il 2,6% nel 2010).<br />
La novità del 2016 è poi il ritorno in auge delle sigarette elettroniche. L’uso degli<br />
“svapatori” era stato stroncato nel 2014 dall’aumento della tassazione, equiparata<br />
a quella delle sigarette normali, e dal conseguente aumento dei prezzi, che<br />
aveva condotto alla chiusura di migliaia di punti vendita (sono circa 3.800 le<br />
chiusure secondo gli operatori del settore). Le sigarette elettroniche sono state<br />
quindi riabilitate da due ordinanze del Tar del Lazio, prima, e quindi da una sentenza<br />
della Corte Costituzionale nella primavera dello scorso anno. La Consulta<br />
ha dichiarato incostituzionale la tassazione delle sigarette elettroniche, poiché<br />
ingiustamente penalizzante, in quanto applicata non solo ai contenuti di nicotina<br />
ma anche ai dispositivi elettronici (gli svapatori per l’appunto), oltre che ai<br />
relativi accessori. Una decisione che ha ridato fiato al mercato di questi prodotti,<br />
acquistati occasionalmente o abitualmente dal 3,9% degli italiani.<br />
Peculiare è il fatto che nella metà dei casi, gli acquirenti di sigarette elettroniche<br />
sono persone che non hanno mai fumato (55,6%): una evidenza che, seppur<br />
presa con le pinze in ragione della sotto-dichiarazione che caratterizza il consumo<br />
di tabacco (i più giovani, in particolare, sono portati a nascondere l’abitudine<br />
al fumo), segnala anche un fenomeno di costume, secondo cui fumare è old<br />
fashion mentre “svapare” è cool.<br />
Il tabacco, a lungo il re dei vizi, almeno per la diffusione che l’abitudine ha conosciuto<br />
a tutte le latitudini, si appresta a vivere nei prossimi anni una nuova rivoluzione.<br />
La prossima frontie ra della lotta al tabagismo potrebbe essere quella<br />
del pacchetto “generico”, senza marchio e di un colore sgradito ai consumatori,<br />
in particolare ai giovani. Introdotto in Australia nel 2012 è ora oggetto di interesse<br />
e studio anche da parte delle istituzioni comunitarie.<br />
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