Consumi e distribuzione

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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016 ce europea. Per ora si sta pensando di aumentare gli spazi a disposizione per il finanziamento degli investimenti pubblici, eventualmente facendo anche ricorso all’emissione di titoli europei. Inizia a prendere corpo l’ipotesi di un approccio più graduale alla definizione degli obiettivi di bilancio, cosa del resto che è oramai nella realtà dei fatti. Resta però una sostanziale difficoltà a individuare una strategia di politica economica in cui l’Europa agevoli la soluzione dei problemi dei paesi membri. Il caso del settore bancario è emblematico: l’unione bancaria definisce un percorso in cui è stata messa in comune la vigilanza sulle banche, ma senza definire i meccanismi di risoluzione delle crisi e, soprattutto, senza un meccanismo comune di assicurazione dei depositi. L’esperienza recente dell’Italia vede non a caso vincoli significativi alla soluzione dei problemi delle banche in crisi derivanti proprio dalle normative europee. Le divergenze nelle performance delle economie europee sono anche fra i fattori che hanno spinto ad aumentare il consenso verso politiche antieuropeiste. Lo scetticismo dell’opinione pubblica nei confronti delle istituzioni europee è però anche spiegato dal fatto che frequentemente i governi nazionali hanno utilizzato le regole europee come arma retorica per giustificare l’adozione di misure impopolari. Nella percezione diffusa le misure spiacevoli sono sempre state adottate in conseguenza di richieste che arrivavano dalla tecnocrazia di Bruxelles. La perdita di appeal dei principi dell’europeismo è anche spiegata dal fatto che le classi medie avvertono che la globalizzazione e l’aumento della concorrenza internazionale hanno ridisegnato la mappa della manifattura globale, con pesanti implicazioni per i livelli occupazionali e per i salariali medi. Sono anche aumentati gli atteggiamenti di intolleranza verso gli immigrati, soprattutto fra chi svolge mansioni di livello basso perché vi è la sensazione che gli immigrati possano rappresentare un’altra fonte di concorrenza sul mercato. L’incertezza sulle prospettive è molto aumentata soprattutto fra le classi medie, che hanno iniziato a maturare consapevolezza circa le difficoltà a mantenere gli standard di vita del passato. Soprattutto fra i giovani è diffusa in diversi paesi la sensazione che non riusciranno a conseguire lo stesso standard di benessere dei propri genitori. Si spiega in questi termini anche la richiesta di politiche economiche di carattere redistributivo, che possano cioè intervenire sulle persone in maggiore difficoltà attraverso sistemi di sostegno al reddito, o altre misure, rivolte ad esempio ad affrontare il disagio abitativo. Si va dunque verso un 2017 che sarà caratterizzato in Europa da scadenze [ 52 ]
1. La ripresa rallenta elettorali con esiti incerti. In questo quadro, le politiche europee restano di fatto inermi, proprio perché nuovi processi di rilancio dell’Unione potrebbero accrescere ulteriormente il consenso dei partiti nazionalisti. [ 53 ]
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