Consumi e distribuzione

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<strong>Consumi</strong> e <strong>distribuzione</strong>. Rapporto Coop 2016 minore efficacia vi sono gli abusi nell’assunzione, oltre all’uso che se ne fa negli allevamenti ed in agricoltura. In Italia siamo ai primi posti in Europa per uso di antibiotici, che vengono assunti anche per disturbi di salute passeggeri, come influenze e raffreddori. Il consumo di antibiotici in Italia è infatti superiore del 50% alla media dei Paesi OCSE. Figura 3.42 In Italia e in Grecia il cunsumo più elevato di antibiotici (Volume consumo antibiotici tra Paesi OECD nel 2013, dose usuale giornaliera/1000 abitanti) media OECD 20,4 19,4 Regno Unito 11,4 Olanda 28,7 Francia 19,4 Spagna 14,8 Germania 30,1 Italia 34,9 Grecia Fonte: REF Ricerche su indagine “Antimicrobial resistance in G7 countries and beyond”, OECD 2015 Una recente indagine di Eurobarometro rivela che gli italiani sono il popolo meno consapevole in Europa sui rischi di riduzione dell’efficacia causata dall’uso frequente. Sorprendente è poi il fatto che circa un italiano su sei sia convinto del contrario: una errata percezione che è concausa di abusi nell’assunzione. Figua 3.43 Antibiotici: italiani i meno informati d’Europa Negli ultimi 12 mesi hai ricevuto info sul non assumere antibiotici quando non necessario? (Quota % sul totale popolazione) 68 51 50 50 48 45 44 42 41 38 34 34 33 32 31 30 29 28 27 27 24 24 23 23 21 20 20 19 15 FI SE LT FR BE LU SI DE NL SK LV IE EU AT UK CZ PL EE EL MTHR CY ES BG RO DK PT HU IT 28 Fonte: REF Ricerche su indagine “Antimicrobial resistance”, Eurobarometro 2016 [ 172 ]
3. Per i consumi una ripresa selettiva Figura 3.44 La spesa pubblica nel mondo: il rapporto è di 1 a 3 (Spesa corrente in sanità, dollaro/euro pro capite) Spesa pubblica Spesa privata 10000 9.451 8000 6000 4000 2000 2.245 3.153 3.272 4.015 4.415 5.228 5.267 5.343 6.567 6.935 0 GRE SPA ITA UK FRA SVE GER OLA NOR SVI USA Fonte: REF RIcerche su dati OECD 2015 Nonostante l’aumento del consumo di farmaci siamo ancora tra i Paesi con la spesa sanitaria più bassa in Europa, con i circa 3.272 dollari per abitante contro gli oltre 5.200 della Germania e i circa 4.400 della Francia. Investiamo meno dell’Europa, anche ed in particolare in servizi al cittadino. È però arrivata a 34,5 miliardi di euro la spesa sanitaria privata e ha registrato un incremento in termini reali del 3,2% negli ultimi due anni (2013-2015): un ritmo doppio rispetto all’aumento della spesa per i consumi delle famiglie. Se spendiamo di più e ci curiamo di meno è anche perché i prezzi delle cure mediche sono aumentati e la quota a carico dei cittadini è cresciuta più rapidamente rispetto ai loro redditi. Riquadro 3.5 – Per gli italiani è usato-mania Anche il mercato dell’usato gode di ottima salute in Italia, coinvolgendo il 50% della popolazione italiana under45. La “second hand economy”, come rileva uno studio Doxa, genera un volume d’affari di 18 miliardi, pari a circa l’1% del prodotto interno lordo, di cui il 38% è originato online. I beni più acquistati tra mercatini e negozi sono i veicoli (48%), gli articoli per la casa e la persona (43%) e per lo sport (16%), mentre tra i prodotti di seconda mano più acquistati online quelli appartenenti alle categorie elettronica (33%), sport e hobby (31%), veicoli (28%) e casa e persona (26%). I veicoli sono leader indiscussi dell’usato, con un giro d’affari di 4,2 miliardi di euro, seguiti da arredamento e elettrodomestici (980 milioni). Ma le motivazioni economiche non sono le uniche che spingono gli italiani a vendere i beni di cui non sentono più il bisogno. Il desiderio di guadagnare (22% nel 2015, contro il 38% del 2014) non è infatti la causa principale dell’affermarsi di questo nuovo paradigma socio-economico, quanto piuttosto la volontà di liberarsi del superfluo (58% dei [ 173 ]
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